domenica 30 agosto 2015

L'hashtag del blog

In questo nuovo mondo, dove tutto   sembra scorrere solo grazie ai Like, alle condivisioni e ai momenti catturati e postati sui social Network, non potevamo mancare e cercare di stare al passo, per quanto in un modo estremamente semplice e divertente. 
In questo Blog da anni parliamo di libri, condividendo  instancabilmente con voi la passione di una vita, che ci ha portato a navigare  in acque burrascose con i pirati, a  combattere battaglie insieme a Re e cavalieri, una passione che ci ha fatto sognare in lontani mondi fantasy e alzare gli occhi al cielo pronti ad osservare  una vita iniziata lassù nello spazio. Ora abbiamo lanciato un hashtag per far si che per una volta siate VOI a condividere con noi, le vostre letture. Le migliori foto le condivideremo insieme,  perché non c'è niente di meglio che leggere un buon libro e mostrarlo a chi sappiamo possa comprendere.

#LIBRILEALIDELLAFANTASIA

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martedì 25 agosto 2015

Butcher’s Crossing - John Williams

TRAMA:Will Andrews è un ragazzo cresciuto in una facoltosa famiglia di Boston nella seconda metà dell’ 800. Dopo qualche anno di studi presso la prestigiosa università di Harward, Will scopre che la vita di città non fa per lui e decide di cambiare vita, abbandonare la famiglia e spostarsi ad ovest, nel profondo west, alla ricerca di sé stesso e della natura selvaggia che tanto lo affascina.
Dopo lunghi giorni di viaggio arriva così a Butcher’s Crossing, uno sperduto villaggio nel Kansas, terra arida e di vita dura. Qui viene in contatto con Miller, un cacciatore esperto e dalla personalità forte che è determinato a cacciare bisonti per rivenderne le pelli.
Organizzata la spedizione, Will e Miller seguiti da altri due aiutanti, partono alla volta delle montagne del Colorado, in cui secondo Miller si nasconde una vasta mandria di bisonti.


PUBBLICATO DAFazi (2013), 357 pp. - 17,50 €

VOTO: 4/10

GIUDIZIO: Ho acquistato questo romanzo perché ho letto Stoner dello stesso autore e mi era piaciuto parecchio. Leggendo la trama di questo romanzo mi è sembrata interessante e quindi mi sono deciso ad acquistarlo.
Sebbene questo romanzo sia stato scritto prima di Stoner, in quando negli Stati Uniti è stato pubblicato nel 1960, mentre Stoner è del 1965, in Italia sono apparsi in ordine inverso. Si può notare una sorta di analogia con Stoner in quanto là il protagonista fuggiva dalla campagna per studiare all’università, qui invece il protagonista fugge dalla città alla ricerca della natura selvaggia. Tuttavia Stoner ripercorre l’intera vita del protagonista, qui invece la durata della vicenda copre solo un anno circa.
Ebbene Will fugge dalla vita agiata perché si sente insoddisfatto, sente che quella vita non fa per lui, sente la mancanza di qualcosa che lo completi. Spinto dal desiderio di avventura viaggia alla scoperta del West, della natura selvaggia e incontaminata dall’uomo.
Fin qui lo spunto per un buon romanzo c’è solo che l’autore non lo sfrutta a pieno. Non si parla molto della famiglia del protagonista e della sua vita a Boston, così non si capisce bene per quale motivo Will decide di cambiare vita.
I personaggi coi quali Will interagisce sono veramente pochi, in quanto per buona parte del libro, l’autore si concentra su descrizioni di azioni compiute dai quattro avventurieri durante il viaggio verso la valle dei bisonti e durante la loro permanenza forzata dalla neve in questo luogo in condizioni estreme.

Cito dal testo un paio di frasi tratte da un dialogo che avviene al ritorno di Will dalla spedizione di caccia:

«I giovani», ripeté McDonald con disprezzo. «Pensate sempre che ci sia qualcosa da scoprire».«Si, signore», rispose Andrews.«Be’, invece non c’è niente», disse McDonald.

Lo stesso Will, tornato dalla spedizione di caccia più povero di quando era partito, decide di abbandonare anche Butcher’s Crossing per cercare fortuna altrove.

Tranne che per una direzione di massima, non sapeva dove stava andando. Sapeva solo che gli sarebbe venuto in mente in seguito, nel corso della giornata.

In queste poche righe si può riassumere in modo abbastanza completo l’intero romanzo. Non ho capito cosa voleva comunicare l’autore a parte forse l’eterna insoddisfazione dell’uomo e la continua ricerca di sé stessi e di un senso più profondo nella vita.
L’ho trovato noioso, banale, deludente e l’ho finito con difficoltà. Dopo aver letto Stoner mi aspettavo decisamente di meglio, anche in considerazione del costo del volume.
Non consiglio la lettura.






giovedì 20 agosto 2015

Annientamento - Jeff Vandermeer

TRAMA: Per trent'anni l'Area X - un territorio dove un fenomeno in costante espansione e dall'origine sconosciuta altera le leggi fisiche, trasforma gli animali, le piante, sembra manipolare lo stesso scorrere del tempo - è rimasta tagliata fuori dal resto del mondo. La Southern Reach, l'agenzia governativa incaricata di indagarne gli enigmi e nasconderla all'opinione pubblica, ha inviato numerose missioni esplorative. Nessuna però è mai tornata davvero dall'Area X: chi, inspiegabilmente, ricompariva al di qua del confine era condannato a un destino peggiore della morte. Questa volta, però, sarà diverso: la dodicesima missione è composta unicamente da donne. Quattro donne che non conoscono nulla l'una dell'altra, nemmeno il nome - sono indicate con la funzione che svolgono: l'antropologa, la topografa, la psicologa e la biologa - accettano di partecipare a un viaggio che assomiglia molto a un suicidio. Cosa le ha spinte a imbarcarsi in una missione tanto pericolosa? La biologa spera di ritrovare il marito, uno dei membri dispersi della spedizione precedente. Ma forse cerca anche di fuggire dai suoi fantasmi. E le altre? Cosa nasconde la psicologa, ambigua leader del gruppo? Quando le quattro esploratrici incappano in una strana costruzione mai segnalata da nessuna mappa, capiranno che fino a quel momento i disturbanti misteri dell'Area X erano stati appena sfiorati. Jeff VanderMeer ha costruito un mondo in cui l'avventura, il fantastico, l'ignoto sono le coordinate per indagare il piú alieno dei pianeti: la psiche umana.

PUBBLICATO DA: Einaudi - pag 182 / € 16,00

SAGA: 1°  di una trilogia intitolata "Trilogia dell aerea X

VOTO: 9/10

GIUDIZIO:
Questo libro fa parte del filone New Weird che si muove tra il sottile confine presente tra il genere fantasy e la fantascienza, anche se personalmente inserirei quest'opera  in quest'ultimo campo. Come avrete capito in anni di recensioni letterarie pubblicate sul blog non sono un amante ne del mistery, ne del horror ne tanto meno della fantascienza. Sono una persona che si inquieta facilmente e questo mi porta a dirigere le mie attenzioni letterarie altrove, proprio perché conscia dei miei limiti che raramente  mi permettono di apprezzare a pieno un libro che fa parte di questa scia. Con Annientamento però ho fatto un eccezione,mi sono buttata e non me ne sono pentita, anzi alla fine della lettura mi sono data una metaforica pacca sulla spalla per congratularmi con me stessa. Questo libro è bello, interessante ed è scritto e tradotto divinamente. Lo scrittore riesce pienamente ad interpretare il conflitto uomo-natura ma questa volta preso da un punto di vista diverso. L'area x è una specie di triangolo delle bermuda mitizzato:  Una zona della quale non si sa praticamente nulla, ma all'interno della quale le leggi della fisica sono state sovvertite e l'uomo ha perso totalmente il sopravvento, rimanendo in balia di una natura in costante mutazione e ibridazione. L'essere umano ha storicamente sempre cercato di manipolare gli elementi a suo vantaggio vedendo essi meramente come una sua appendice, qui le cose cambiano e lo scrittore ci aiuta a vedere come anche in un ambiente nuovo e spaventoso, in una natura incontrollabile e potente c'è del bello, rimanendo impauriti ma allo stesso tempo affascinati da ciò che ci circonda. Anche in questa metamorfosi fisica e ambientale non c'è niente di strano, gli schemi del pensiero scientifico e razionale sono dei limiti che ci ostacolano nell'apprezzare ciò che anche di sconosciuto c'è.
L'autore  con uno stile di scrittura fluido ma conciso ci trasporta così in quest'opera che lascia senza fiato. Si viene letteralmente risucchiati dalla storia e  parola mia, non riuscirete a posare il libro fino a che non sarete all'ultima pagina. Si viene teletrasportati in un universo di emozioni e si arriva a provare  una miriade di sentimenti e sensazioni diverse proprio come se fossimo noi stessi a vivere quella spedizione, a trovarci li insieme alla protagonista. Vandermeer sa come utilizzare una penna e sa come suscitare emozioni precise in chi legge grazie anche a uno stile di scrittura in prima persona sotto forma di giornale di bordo romanzato. E' cosi riuscito a conquistare anche  una persona come me. Da leggere!



QUI per leggere un estratto dell'libro 

martedì 11 agosto 2015

Lamento di Portnoy - Philip Roth

TRAMA: Alex Portnoy ha trentrè anni ed è commissario aggiunto della Commissione per lo sviluppo delle risorse umane del Comune di New York. Nel lavoro è abile, intransigente, stimato. Il libro riporta il monologo di Alex che, dall'analista ripercorre la sua vita per capire perché è travolto dai desideri che ripugnano alla "mia coscienza e da una coscienza che ripugna ai miei desideri".

PUBBLICATO DA: Einaudi - pag. 234 /10,50 €

VOTO: 8/10

GIUDIZIO:  Quest 'opera è un viaggio nella mente di un uomo alla ricerca di se stesso o meglio, di un uomo che tenta disperatamente di legittimare quelle che erano state le sue pessime decisioni e i suoi  impulsi indecenti.
In quest'opera  Alex Portnoy  tenta con tutte le sue forse di superare le barriere morali ma sopratutto religiose che lo ingabbiano in un ruolo che sente totalmente estraneo. L'identità ebraica  che gli viene affibbiata a forza dalla famiglia, lo fagocita al punto tale che il protagonista non riconosce più il confine tra il suo Io reale e la sua religione, ponendosi quasi il dubbio di  non essere solo un un uomo ma bensì il rappresentate di uno stereotipo religioso vivente. Limite che lo porta a sentirsi escluso dal resto del mondo, come se la vita spensierata di tutti gli altri fosse per lui inaccessibile, quasi come se si identificasse in una specie differente,intimorito ma allo stesso tempo affascinato da quello che definisce "Goy" termine Yiddish che indica coloro che non sono ebrei. La frustrazione di non far parte del resto del mondo è tale che Alex arriva a sentirsi estraneo nella sua stessa comunità, vivendo così in un limbo che genera rabbia e frustrazione per ciò che non è  e che non sarà mai. Dolore che sfocia inevitabilmente in un insana voglia di sesso che sfugge sempre al suo controllo.
Ciò che si capisce chiaramente da questo scorrere di eventi caotico, privo di una storyline che lo sorregga in un ordine cronologico sensato, è il bisogno del protagonista di fuggire da se stesso,bisogno che manifesta esprimendosi in un costante monologo con  uno psicanalista totalmente muto dal quale non riceve mai risposta.
Alex racconta,racconta e racconta senza mai prendere fiato e senza mai concedere al interlocutore invisibile di interromperlo ne tanto meno di dargli consigli per gestire quest'ondate continue di disagio  e dolore, esprimendosi spesso con un linguaggio rozzo ma brillante che lascia un segno in chi legge.
A primo impatto questo suo modo di esprimersi incoerente e volgare potrebbe scatenare una risata, ma alla fine ci si ritroverà a riflettere seriamente su quanto le infrastrutture dalle quali siamo circondati possano limitare ciò che siamo realmente, trasformandoci in persone totalmente incompiute e molto spesso infelici.

Non sei fatto per me - Marcello Signore

TRAMA: Los Angeles, dopo anni passati insieme Al e Sally si sono lasciati. Al è tornato alla sua vita fatta di ansie e frustrazioni come impiegato in un’agenzia di assicurazioni e Sally subito dopo la rottura è diventata una star della musica country famosa in tutto il paese. Ma sono entrambi infelici. E mentre Al cerca di andare avanti allontanandosi dai giornali e dalla tv che non fanno altro che parlare della sua ex, Sally inizia a convincersi sempre di più che la soluzione a tutti i problemi che derivano dalla sua improvvisa popolarità sia quella di tornare con Al. Quando entrambi si accorgeranno che pur andando nella stessa direzione non riescono ad incontrarsi, capiranno forse di non essere fatti l’uno per l’altra.

PUBBLICATO DA: Autopubblicato su Kindle Store -  Pag. 63 / 3,00 €

VOTO: 4/10

GIUDIZIO: Per  la prima volta nella mia vita ho acquistato un libro a scatola chiusa, senza leggere la trama né altre informazioni e  aimé  ho commesso un grande errore. Si lo so lo so, il mio è stato uno sbaglio  da novellina, mai fidarsi ciecamente di uno scrittore del quale non si è letto nulla, ma che dire errare è umano. Premetto che seguo l'autore, tale Marcello Signore, sulla piattaforma di Youtube essendo lui un vlogger di professione, sicché quando ha cominciato a starnazzare in numerosi video dell' uscita di questo libro non ho resistito e spinta dalla curiosità l'ho comprato.  Beh l'ho finito in un'ora (tecnicamente 59 minuti stando a quanto detto dal mio fidatissimo Kindle) e oltre a rimuginare parecchio sull'uso improprio della parola "romanzo" per un opera composta da una storyline tanto breve, sono rimasta per così dire, con l'amaro in bocca.
Mi aspettavo di più... in tutti i sensi: Un maggiore approfondimento psicologico dei personaggi che non prendono mai realmente vita; una descrizione decente di  cose e luoghi che sembrano in realtà esistere solo in un cyberspazio bidimensionale dove non si vede nulla,descrive nulla ne tanto meno compare nulla, ma soprattutto mi aspettavo  un po' più di azione. Ebbene si, fondamentalmente questo romanzo è un insieme di sproloqui  ripetitivi e monotoni di personaggi che in realtà non fanno niente e non sono inseriti nemmeno in situazioni di vita reale. Si trovano in quel luogo o in quell'altro luogo, e  non succede un benemerito nulla.
La sintassi lascia parecchio a desiderare , è caotica, confusionaria e un bel  po' raffazzonata con un linguaggio volgare a volte totalmente gratuito. L'alternarsi cronologico degli eventi va a farsi benedire già dopo le prime pagine tanto che non si capisce quasi più se  ci si trovi nel presente o nel passato, e l'alternarsi dei narratori non ha un minimo di equilibrio. 
Tralasciamo poi il finale buttato lì all'improvviso che ci fa vagare  sperduti in una nebbia pasticciata. Peccato, avrebbe potuto essere quel tocco interessante e inaspettato che avrebbe risollevato  le sorti di questo romanzo spoglio  e  che, invece, viene lasciato  incompiuto e fine a se stesso.
Che dire...sconsigliato!


D.d.R. Avrei voluto avere il piacere di ospitare l'intervista dell'autore per poter così comprendere meglio la sua opera e sopratutto capire  quali erano state le sue intenzioni nello scriverla, ma purtroppo non ho mai ricevuto indietro le risposte inviategli.