PUBBLICATO DA: Rizzoli (2014) – 315 pp. 18,50€
VOTO: 5
GIUDIZIO: Enrico Vallesi si guadagna da vivere facendo lo scrittore ombra, per conto della stessa casa editrice che lo ha portato al successo pubblicando il suo primo romanzo. Dopo quel trionfo tuttavia non è più stato in grado di completare una storia sua, con personaggi suoi, frutto della propria ed esclusiva inventiva. Enrico da ragazzo lascia la sua città natale, Bari, prima per studiare all’Università e poi per tentare di costruirsi una vita con una compagna che successivamente l’ha lasciato; così ora vive alla giornata, gestendosi il suo lavoro in libertà e conducendo una vita da single. Un giorno per caso legge sul giornale la notizia di una rapina terminata con uno scontro a fuoco con le forze dell’ordine; in questo scontro perde la vita Salvatore Scarrone. Questo nome rievoca in lui i ricordi dell’infanzia trascorsa a Bari, i tempi del liceo, e per l’appunto Salvatore. Enrico decide di partire per tornare nella città natale, senza un motivo preciso, ma seguendo il suo bisogno di ritrovare dei riferimenti.
Solitamente,
dopo il riassunto della trama, in una recensione viene la parte del commento e
delle impressioni, ebbene inizierò questa parte dicendo che il romanzo non mi è
piaciuto, ma ha al suo interno dei passaggi che ho trovato entusiasmanti.
Non
mi è piaciuto in quanto trovo che, nonostante ci sono tutte le premesse per una
storia interessante ed i personaggi per poterla approfondire nel modo che
merita ci siano, penso che questo non è stato fatto.
Innanzitutto
non si capisce bene cosa Enrico voglia dal ritorno alla sua città natale a
parte farne quasi una guida turistica, con tanto di omaggio a Mondadori e Feltrinelli
entrambi citate nel testo.
Alcuni
passaggi si sarebbero potuti riprendere nel testo, come ad esempio l’incontro
casuale con la ristoratrice bolognese che Enrico conosce all’inizio del
romanzo, oppure si sarebbero potuti approfondire maggiormente gli aspetti della
vita segreta di Salvatore e dell’intenso legame che si è creato tra lui ed
Enrico negli anni del liceo.
Interessanti
invece i flash back del passato con le lotte tra fascisti e comunisti in
un’epoca in cui i giovani avevano ancora interesse per la politica e, secondo
me vero punto di forza del libro, i ricordi delle lezioni di Celeste, la
supplente di filosofia che ha contribuito molto alla formazione dell’ Enrico
adolescente. Altro punto di forza sono le molte citazioni ad opere letterarie presenti
nel testo, dalle quali si capisce la passione di Carofiglio per la lettura.
Insomma
per concludere, quel che mi porto a casa dalla lettura di questo romanzo è
sicuramente la voglia di leggere alcuni dei testi citati, tra i quali
sicuramente il Tonio Kroger di Thomas Mann, e la voglia, se mai ne avrò
l’opportunità, di approfondire e studiare filosofia della quale ora ne capisco
l’utilità reale. Sicuramente non mi porto a casa un romanzo del quale mi
ricorderò personaggi e trama. Opinione del tutto personale, ma in tempi di
crisi trovo eccessivo il costo del volume.
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