PUBBLICATO DA: Mondadori (2014), 380 pp. - 12,00 €
VOTO: 8/10
GIUDIZIO:
Questo è un saggio che parla della nascita, della crescita e dello sviluppo dell’industria del fast food in America. Lo fa in modo approfondito affrontando diverse tematiche: i motivi per i quali sono nati i fast food, la cultura americana che ne ha facilitato lo sviluppo, la pubblicità rivolta ai bambini, le materie prime che servono all’industria del fast food, le condizioni di lavoro all’interno dei fast food, la globalizzazione e i suoi effetti sul mercato, la contaminazione del cibo e le politiche dei controlli sanitari e i tentativi di protesta contro gli abusi di vario tipo commessi dalle grosse aziende multinazionali.
Insomma c’è davvero di tutto, una full-immersion in questo mondo che da semplici clienti può apparire invitante, ma che dietro al bancone nasconde tante realtà sommerse e sconosciute alla maggior parte di noi.
L’ho trovato un lavoro di giornalismo investigativo davvero interessante e credo che l’autore abbia raggiunto il suo scopo come indicato da lui stesso nelle prime pagine:
“Io ho scritto questo libro perché credo che la gente debba sapere cosa c’è dietro la facciata allegra e lucente di qualsiasi acquisto nei fast food. Deve sapere cosa c’è davvero tra quelle due fette di pane dell’ hamburgher.”
Le ricerche di Schlosser offrono moltissimi spunti di riflessione sui vari temi toccati dal libro e non da ultimo il finale, nel quale l’autore cerca di tirare le somme del suo lavoro:
“[...] Il Congresso deve fare tutte queste cose ma probabilmente non ne farà nessuna, nel prossimo futuro. L’influenza politica dell’industria del fast food e dei suoi fornitori appartenenti all’agribusiness fa del discorso su ciò che il Congresso dovrebbe fare, una discussione per lo più accademica. L’industria del fast food spende ogni anno milioni di dollari per le sue lobby e miliardi nel marketing di massa. Per ricchezza e potere, le grandi catene sembrano imbattibili. Tuttavia queste aziende devono obbedire alle richieste di un solo gruppo, i consumatori, che adulano e inseguono con bramosia.[...]
Un buon boicottaggio, il rifiuto di comprare, può avere più effetto delle parole[...]”
Questo lavoro non vuole essere un invito a boicottare i fast food, ma semplicemente un’inchiesta con molti spunti per rendere i consumatori più consapevoli e attenti nelle loro scelte. Qui si parla di cibo, ma trovo che l’importanza di questo obiettivo vale per qualsiasi altro tipo di merce. Ognuno di noi ha il diritto di essere informato su cosa compra, tramite informazioni vere e documentate, e non tramite una pubblicità. Essa è frutto di azioni di marketing studiate appositamente per invogliare i potenziali clienti all’acquisto.
Solo un consumatore informato e consapevole può ragionare con la propria testa e decidere liberamente se acquistare o meno un prodotto. Viceversa un consumatore non informato è solo una vittima del marketing.
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