Feyra, una
giovane di soli diciannove anni ha da tempo deciso che non sarà mai solo una
donna, tantomeno una donna sottomessa docilmente al proprio destino. Per questo
motivo per lunghi anni ha studiato intensamente e con dedizione fino a
diventare il medico delle donne del serraglio, in particolare della madre del
sultano, Nur Banu.
In punto di
morte questa le svela il mistero delle sue origini e delle proprie, insieme ad
un segreto che la porta dritta tra le braccia della Serenissima Repubblica di
Venezia, da sempre nemica dell’Impero Turco.
Prima di
rendersene conto Feyra si trova a dover fare i conti con le proprie origini che
la legano nientemeno che al Doge, imbarcata su un vascello che trasporta Death, un uomo che è esattamente ciò che
il suo nome annuncia: la morte per Venezia, la Peste.
Da quel momento
inizia per Feyra una ricerca verso il significato dell’anello datole dalla
madre morente: cosa significano i quattro cavalli fermati nel vetro? Cosa
porteranno a lei e alla Regina dei Mari?
Le domande si
affollano nella sua mente e le risposte scarseggiano mentre Feyra vive e lavora
nella dimora dell’architetto chiamato in quella città per volere del Doge
stesso, Andrea Palladio. Ed è proprio mentre si trova in quella casa che
incontra Annibale Cason, medico della peste. È lui che la nasconde quando
diventa una ricercata ed è con quello strano uomo che indossa sempre una
maschera con un lungo becco che Feyra si sente finalmente a proprio agio,
finalmente serena, forse proprio per la passione comune che hanno, orientati
allo stesso obiettivo: curare gli ammalati.
Tuttavia l’amore
non è sempre sufficiente a superare barriere di religione e passato, o a
combattere la terribile Peste…
PUBBLICATO DA. John Murray
Testo in lingua Inglese
VOTO: 7,5
GIUDIZIO: Dopo aver letto
della stessa autrice ‘La ladra della Primavera’ e ‘La Gemma di Siena’, non ho
avuto la pazienza di aspettare la traduzione italiana degli altri suoi scritti,
così mi sono diretta verso l’originale inglese. Sicuramente è un peccato che
questo libro non sia ancora stato tradotto perché descrive la bella Venezia del
Cinquecento con attenzione e cura, ricostruendo il periodo della peste con
precisione, ma aggiungendo allo stesso tempo quel tanto di mistero da
affascinare il lettore dall’inizio alla fine.
Due uniche
pecche fondamentali in questa narrazione: una opinabile e una oggettiva. Non mi
è piaciuto il finale. Niente di terribile, solo che non mi ha entusiasmata. Non
era come me lo immaginavo, cosa su cui posso facilmente soprassedere se si rivela
migliore delle aspettative, ma non è stato questo il caso.
La pecca
oggettiva, cioè quella cioè che trascende dal mio gusto personale, sono gli
errori in lingua italiana e veneziana. Il libro è stato scritto per un pubblico
anglofono, che quindi magari non coglie le imprecisioni, se queste si
manifestano nella lingua straniera, ma anche pochi errori, quando capitano
sotto gli occhi di chi li riconosce, sono molto più fastidiosi ed evidenti di
quanto il loro scarso numero meriterebbe. A scanso di equivoci ho anche
cercato, ma ‘La chiesa del Santissimi del Redentore’ proprio non esiste, né in
italiano né a Venezia.
La ladra della primavera mi era piaciuto moltissimo, infatti ora ho appena iniziato a leggere La Gemma di Siena.
RispondiEliminaSpero che questo libro venga presto tradotto in italiano, trovo straordinario il modo in cui l'autrice riesce a descrivere accuratamente l'Italia del passato.
salve, ma sappiamo quando verranno tradotti i suoi libri? perchè ce ne sono tanti che vorrei leggere ma non ho pazienza di leggerli tutti in lingua originale!
RispondiEliminaThis was aa lovely blog post
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