PUBBLICATO DA: Isbn Edizioni (2010), 810 pp. 10,00 €
VOTO: 9/10
GIUDIZIO:
Un piccolo/grande capolavoro scoperto per caso leggendo varie anteprime sul mio nuovo e-reader (difatti io ho letto la versione e-book, che viste le dimensioni dell’edizione cartacea, ho trovato molto piu pratico). Il libro narra in sostanza le vicende di Skippy e Ruprecht, due compagni di stanza in un esclusivo college di Dublino. L’autore decide di iniziare il romanzo descrivendo la morte di Skippy, per poi proseguire parlando degli avvenimenti (di tutti?) che l’anno preceduta, e nel finale di quelli che l’anno seguita. Skippy e Ruprecht sono circondati da molti personaggi nelle loro avventure: da un lato ci sono gli amici Dennis, Geoff e Mario, compagni dei numerosi esperimenti di Ruprecht per tentare di entrare in contatto con universi paralleli; dall’altro ci sono i docenti del Seabrook College: Howard docente di storia, Farley, Tom Roche l’ allenatore della squadra di nuoto di Skippy, Padre Green il terribile docente di francese, la misteriosa Miss McIntyre ovvero la supplente di geografia, tutti capeggiati dall’Automa ovvero il vicepreside ad interim. Non mancano i bulli di turno, Carl e Barry, con i loro loschi affari che gestiscono con gli spacciatori. Un quadro davvero ampio di avventure che coinvolge il lettore dalla prima all’ultima pagina e fa riflettere sull’adolescenza, sulla vita e sulla morte.
Skippy muore e quasi nessuno se ne accorge si potrebbe dire. Tutti sono presi dai propri affari ed interessi per potersene accorgere. Skippy muore e solo dopo si sente che manca qualcosa nella vita di tutti i giorni a Seabrook. Skippy muore e nulla può cambiare questo dato di fatto, e riportarlo indietro.
Ma una volta che Skippy scompare, tutto cambia. Nulla è più come prima. Il caos sembra regnare sovrano sul gruppo tanto affiatato di amici che era sempre stato unito a Skippy ed in qualche modo ne ha saputo accettare anche il compagno di stanza, tanto ingombrante quanto genio indiscusso della matematica e primo in classifica in ogni materia, sport esclusi.
Allora viene da chiedersi come mai Skippy è morto nell’indifferenza generale, prima fra tutte quella del suo compagno di stanza, che si ritrova a scoprire di non sapere nulla del suo unico vero amico.
In queste pagine, scritte con una maestria davvero rara, si parla di molti argomenti e di molte esperienze, è molto lungo, ma un pezzo alla volta ci si ritrova all’ultima pagina, senza un vero e proprio finale conclusivo della vicenda e ci si chiede... “e ora??”.
Io avrei voluto continuare a leggere le avventure di questi personaggi, ma credo che il messaggio di Murray alla fine sia... Skippy è morto, ma ora bisogna andare avanti e pensare al futuro e lasciare che ciascuno di questi personaggi viva la propria vita; così come accade nella vita reale, una volta che scompare una persona a noi cara, si elabora il lutto, ciascuno a proprio modo, e poi si va avanti con la propria vita, non scordandosi del passato, ma portandolo nel cuore.
Lettura caldamente consigliata, nell’ attesa del film che è in lavorazione.
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