PUBBLICATO DA:Einaudi (1991), pp. 522
VOTO: 8
GIUDIZIO:American Psycho è la storia di Patrick Bateman, un giovane yuppie dell’america degli anni ’80. L’ambientazione del romanzo è un elemento fondamentale per comprendere quello che l’autore ci vuole comunicare con questo libro. Siamo a Manhattan, quartiere centrale di New York, Patrick lavora a Wall Street, è ricco, bello, affascinante, frequenta i locali più alla moda della città, veste solo abiti firmati e sa dove trovare la miglior cocaina della città. Patrick incarna una generazione intera, nota appunto come “yuppies”, ragazzi che sognavano di arricchirsi rapidamente laureandosi e trovando lavoro al più presto in borsa, che all’epoca era all’apice del benessere. Patrick sembra riuscire nell’intento che si prefissavano gli yuppie, ma purtroppo per lui la vita che fa è troppo sfrenata, tra giornate di lavoro coi colleghi assetati di potere e denaro tanto quanto lui e serate mondane nei locali più esclusivi frequentati dalle personalità più in vista della città. Così per reggerne i ritmi è costretto a fare uso di cocaina di cui diventa ben presto dipendente, senza considerare l’uso e l’abuso di alcol. Tra droga e bevute la mente di Patrick non ha pace, sono molte le cose che lo assillano: trovare posto al Dorsia, restituire le videocassette in tempo, ingellarsi i capelli, e così via. Patrick è prigioniero delle sue ossessioni, e l’unica via di sfogo da loro è costituita dalla sua seconda vita, perversa quanto ambigua fino all’estremo, infatti vengono descritti con dovizia di particolari i momenti di sesso violento e i delitti feroci di cui Patrick è protagonista. Fermandosi un momento a riflettere è opportuno chiedersi se Patrick sia davvero un serial killer, oppure se la sua mente è il prodotto di una società malata come quella in cui vive, nel finale viene spiegato quale delle due è la verità, ma non voglio rovinare il piacere di leggere il libro quindi non andrò oltre. Il sogno del denaro facile ha contagiato una generazione intera, regalandole benessere economico e facendola sprofondare nell’abisso più completo, ai limiti della pazzia; limiti che, nel romanzo di Ellis, rimangono volutamente ambigui. Il motivo dell’ambiguità, secondo me, si deve al fatto che la realtà descritta nel romanzo non è poi così lontana da quella attuale, in cui sempre più giovani, spinti da motivi diversi rispetto a quelli degli yuppies, fanno uso di droghe e alcol senza minimamente considerarne le conseguenze.E’ una storia veramente appassionante, un libro molto forte con scene tanto crude quanto realistiche che difficilmente lascerà indifferenti gli animi dei lettori.
Dal
libro è stato tratto l’omonimo film diretto da Mary Harron uscito nelle sale
cinematografiche nel 2000, con Christian Bale nel ruolo di Patrick Bateman. Il
film taglia parecchi episodi che arricchiscono maggiormente il romanzo, ma
comunque sia mantiene lo stile semi-ambiguo del libro. Devo sottolineare che
vedendo il film è più facile capire chi si cela dietro Patrick, se uno
psicopatico sopraffatto dalla realtà che lo circonda oppure uno spietato serial
killer.
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