PUBBLICATO DA: Mondadori pag, 419 - € 17,00
VOTO: 9
GIUDIZIO:Gli Hunger Games sono finiti ed è iniziata la guerra vera; da quando Katniss è stata prelevata dall'Arena per mano dei ribelli, molte cose sono cambiate: il distretto 12 non esiste più, e con esso la quasi totalità dei suoi abitanti, morti sotto i bombardamenti che il Presidente Snow ha ordinato per punire la Ragazza di Fuoco e i suoi sostenitori; gli altri distretti non vivono una condizione migliore, sotto assedio costante, e i feriti trovano rifugio nel 13, il distretto che Capitol City ha sempre affermato di aver raso al suolo durante i Giorni bui e che invece pulsa di vita, metri e metri sottoterra, ed è diventato il quartier generale della resistenza sotto il comando della Coin, una donna fredda e calcolatrice al pari di Snow. E' qui che Katniss viene trasportata e trova la madre e sua sorella Prim, miracolosamente sfuggite al bombardamento del 12, e Gale, Haymitich, Finnick e gli altri tributi che si sono salvati; ed è sempre qui che verrà rimessa a nuovo, per cancellare le gravi ferite, almeno quelle fisiche, che l'Arena le ha lasciato; le altre, quelle più devastanti nella sua mente, non guariranno mai: l'orrore degli Hunger Games è un qualcosa che non si dimentica. E non è finita, perché Snow ha giurato di fargliela pagare per la grave offesa subita di fronte a Capitol City e a tutta Panem; e sa che l'unica maniera per piegare Katniss è colpirla in ciò a cui tiene di più: le persone che ama. Mentre Peeta, considerato dai ribelli un traditore, viene tenuto prigioniero da Snow e costretto a fare proclami televisivi per incitare alla resa, Katniss prende la sua decisione: assumerà il ruolo che il destino ha scelto per lei e sarà la Ghiandaia Imitatrice della rivolta, in cambio dell'immunità e della salvezza di Peeta e degli altri tributi vincitori, una volta che Capitol City sarà caduta, e dell'onore di uccidere personalmente Snow. Si renderà conto troppo tardi di essere anch'ella una pedina nelle mani di qualcuno che trama nell'ombra... Di chi si può ancora fidare Katniss? Chi è diventata? O gli Hunger Games l'hanno irrimediabilmente cambiata? Chi sceglierà fra Gale e Peeta? O il suo cuore ha già deciso? Nello stile cruento che ha caratterizzato questa trilogia, Suzanne Collins ci conduce verso un epilogo adrenalinico che lascia un po' d'amaro in bocca...
Questo terzo e ultimo capitolo della saga
degli Hunger Games è un libro bellissimo che ho amato dalla prima all'ultima
pagina, in una sorta di dipendenza che non provavo da qualche anno; il ritratto
che l'autrice fa della guerra e delle sue devastanti conseguenze è reale come
non mai, atroce, cruento e spaventoso; e anche la ribellione, seppur
necessaria, perde quell'aroma poetico con cui ci piace dipingerla per
acquistare il sapore veritiero del sangue, delle membra dilaniate, delle menti
devastate e del dolore e dei lamenti inconsolabili dei sopravvissuti. Dei
personaggi che dire? Non si può non adorare Katniss, una di noi, la ragazza che
il fuoco non ce l'ha solo sui vestiti: un'eroina tutt'altro che perfetta,
coraggiosa e generosa, ma anche determinata e a tratti spietata, consapevole
che la guerra è questa; indurita dal dolore, ma in grado di raggiungere il
cuore delle persone; divisa fra l'amore per l'amico per bene, rassicurante e
innamorato, e il ragazzo ambiguo e deviato; tradita da alcuni e aiutata da
altri che non si aspettava. E quando la Ragazza di Fuoco si trasforma nella
Ghiandaia Imitatrice, il mondo non può ignorare il suo canto. Il cuore del
lettore viene rapito da Katniss, ma anche da altre indimenticabili figure, come
Boggs, il rude soldato, o Finnick, bello come un dio del mare e violato fino
all'estremo, che ama la sua Annie di un sentimento delicato e indissolubile,
che supera la pazzia e le sevizie. Senza risparmiare nessun dettaglio, questo
libro vuole essere un monito per tutti: la guerra è terribile e non dobbiamo
assuefarci alle immagini di distruzione e morte che le televisioni ci propinano
quotidianamente in una sorta di reality. Non è finzione; è tutto vero; e spesso
più vicino di quello che pensiamo...
Voglio motivare il
mio voto, che è un 9 e non un 10, per un unico neo: il finale triste che, per
deformazione professionale, mi viene da chiedermi se si poteva evitare. E mi
dico di sì: da autrice mi sento responsabile sempre delle mie creature, di
alcune più di altre, e non avrei potuto uccidere uno dei miei figli... Ma
questo è un mio puro pensiero personale... Detto questo, non posso che
straconsigliare questo libro; e a chi non ha ancora letto i primi due capitoli,
lo invito a immergersi nel mondo degli Hunger Games che è una saga che ti
rapisce e ti possiede totalmente.
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