lunedì 7 maggio 2012

Il messaggero - Lois lowry

TRAMA: In una realtà futura segnata da “forme di governo spietate, punizioni atroci, inguaribile povertà o falso benessere”, i difetti fisici sono puniti con la pena di morte. Ma nel Villaggio in cui Matty abita anche gli ultimi della scala sociale sono accolti e tenuti in grande considerazione. La comunità è gestita dal Capo, una versione adulta del Jonas di The Giver –Il Donatore. Matty lavora per il Veggente, un vecchio cieco che lo ha aiutato a maturare. Ma adesso qualcosa sta cambiando, i rifugiati improvvisamente non sono più i benvenuti nel Villaggio e gli abitanti stanno diventando vanesi e ottusi. A Matty, uno dei pochi capaci di districarsi nella fitta Foresta che circonda il Villaggio, viene affidato il compito di portare il messaggio del drammatico cambiamento ai paesi vicini. Purtroppo la Foresta, animata ora da una forza oscura, si rivolta contro di lui e Matty si ritrova a fronteggiare il pericolo armato solo di un nuovo potere, che ancora non riesce completamente a comprendere. Un’allegoria spietata dell’animo umano e della nostra società, che conclude la trilogia profonda e provocatoria di Lois Lowry. Il Messaggero, terzo capitolo della trilogia di culto di The Giver, è ambientato nel 2073, circa otto anno dopo gli eventi narrati in The Giver – Il Donatore e sei anni dopo la fine di La Rivincita – Gathering Blue.


PUBBLICATO DA: Giunti, collana Y € 14,50 - pag. 208


SERIE: Terzo volume della saga "The giver" composta da:

  • 1. The Giver, 1993, vincitore della Newbery Medal (The Giver. Il Donatore, 2010)
  • 2. Gathering Blue, 2000 (La Rivincita. Gathering Blue, 2011)
  • 3. Messenger, 2004 (Il Messaggero, 2012)
  • 4. Son, previsto, in America, per autunno 2012



VOTO: 9


GIUDIZIO: In una società del futuro prossimo dove non c'è spazio per il diverso, dove le punizioni sono atroci e crudeli, esiste una comunità dove queste regole non valgono: è il Villaggio dei ciechi e degli storpi, dei menomati, dei feriti lasciati a marcire nelle fosse comuni e salvati in extremis. Nelle Lande dove i moribondi attendevano la fine, uomini misericordiosi arrivavano con il buio e, con amore e dedizione, raccoglievano le loro membra martoriate e li conducevano in segreto al Villaggio dove, dopo esser stati curati, avrebbero trovato occhi che li avrebbero guidati e gambe e braccia che li avrebbero sostenuti: uomini, donne e bambini che, come loro, erano stati banditi dalle loro case e accolti in questo angolo di paradiso dove gli ultimi sono diventati i primi. Qui vive anche Matty, il piccolo amico di Kira, insieme al padre della ragazza, in realtà vivo ma cieco, stimato dalla gente del Villaggio per il suo dono che gli era valso il nome di Veggente. Non ci sono organi di controllo e tutte le decisioni vengono prese democraticamente dai cittadini riuniti in assemblea; anche se c'è un giovane uomo, che tutti conoscono come il Capo, che è colui che, alcuni anni prima, ha dato vita alla comunità dopo essere giunto in una notte di bufera, ancora ragazzino, con un neonato in braccio più morto che vivo e a bordo di una slitta da neve rossa che viene ancora conservata al Museo.
Ma qualcosa sta cambiando...
La gente, dopo aver partecipato ad un misterioso Mercato del Baratto che si tiene di notte, ritorna nelle proprie case diversa: magicamente, i difetti fisici di ognuno iniziano a scomparire ma, insieme a lle menomazioni, spariscono anche l'umanità e quel clima sereno di compassione e altruismo che aveva caratterizzato il Villaggio; gli abitanti, adesso, sono rancorosi e diffidenti verso i rifugiati che si presentano alle loro porte e decidono di chiudere gli ingressi.
Anche la Foresta che nasconde la piccola comunità sembra mutare: come un tentacolo di male puro, avanza e avvolge il Villaggio, impedendo a chiunque di entrare ed uscire.
Saranno Matty, il Capo e il Veggente a capire che qualcosa di oscuro li sta minacciando e, insieme a Kira che ha il dono di tessere il futuro, a trovare la cura per quel male...
Inutile dire che ho amato questo libro con la stessa intensità dei suoi due predecessori: sono stata invasa dalla felicità nel ritrovare il piccolo protagonista del primo capitolo, The Giver, ora ormai adulto, come un amico che si rivede dopo tanto tempo, e ho sofferto del finale, triste ma mi verrebbe da dire necessario e inevitabile.
Il Messaggero chiude magistralmente la trilogia provocatoria di Lois Lowry: questa splendida metafora dell'animo umano mette in risalto quanto siamo crudeli e animaleschi quando dobbiamo sopravvivere, e quanto effimeri diventino i nostri bisogni quando abbiamo tutto quello che ci è necessario; quando si lasciano soggiogare dalla vanità, anche le persone migliori dimenticano le sofferenze che hanno patito su di sé e diventano egoiste, impietose e irragionevoli. E' veramente difficile non perdere di vista le cose per cui vale la pena lottare e  non  farsi assalire dalla paura di vedersi privare dei propri averi; ma un modo c'è...doloroso e difficile, ma c'è.
Ed è questo il messaggio che questo gioiellino di letteratura vuole inviarci: che la nostra ricchezza più grande nessuno può portarcela via ed è custodita dentro di noi sotto forma di un lumicino di umanità che, al contrario, acquista forza solo se viene condiviso.... una cura che va a lenire i mali del mondo. E arriva a noi come un dono, sussurrato attraverso le pagine di un libro che ha la voce di una ragazzo che voleva avere il nome di Messaggero... 
Assolutamente da leggere per avere una conferma, se mai qualcuno ne avesse avuto qualche dubbio, che anche i fantasy possono arricchire ed insegnare qualcosa, ai ragazzi ma ancora di più agli adulti.



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