PUBBLICATO DA: Giunti, collana Y € 14,50 - pag. 208
SERIE: Terzo volume della saga "The giver" composta da:
- 1. The Giver, 1993, vincitore della Newbery Medal (The Giver. Il Donatore, 2010)
- 2. Gathering Blue, 2000 (La Rivincita. Gathering Blue, 2011)
- 3. Messenger, 2004 (Il Messaggero, 2012)
- 4. Son, previsto, in America, per autunno 2012
VOTO: 9
GIUDIZIO: In una società del futuro prossimo dove non c'è spazio per il diverso, dove le punizioni sono atroci e crudeli, esiste una comunità dove queste regole non valgono: è il Villaggio dei ciechi e degli storpi, dei menomati, dei feriti lasciati a marcire nelle fosse comuni e salvati in extremis. Nelle Lande dove i moribondi attendevano la fine, uomini misericordiosi arrivavano con il buio e, con amore e dedizione, raccoglievano le loro membra martoriate e li conducevano in segreto al Villaggio dove, dopo esser stati curati, avrebbero trovato occhi che li avrebbero guidati e gambe e braccia che li avrebbero sostenuti: uomini, donne e bambini che, come loro, erano stati banditi dalle loro case e accolti in questo angolo di paradiso dove gli ultimi sono diventati i primi. Qui vive anche Matty, il piccolo amico di Kira, insieme al padre della ragazza, in realtà vivo ma cieco, stimato dalla gente del Villaggio per il suo dono che gli era valso il nome di Veggente. Non ci sono organi di controllo e tutte le decisioni vengono prese democraticamente dai cittadini riuniti in assemblea; anche se c'è un giovane uomo, che tutti conoscono come il Capo, che è colui che, alcuni anni prima, ha dato vita alla comunità dopo essere giunto in una notte di bufera, ancora ragazzino, con un neonato in braccio più morto che vivo e a bordo di una slitta da neve rossa che viene ancora conservata al Museo.
Ma qualcosa sta cambiando...
La gente, dopo aver partecipato ad un
misterioso Mercato del Baratto che si tiene di notte, ritorna nelle proprie
case diversa: magicamente, i difetti fisici di ognuno iniziano a scomparire ma,
insieme a lle menomazioni, spariscono anche l'umanità e quel clima sereno di
compassione e altruismo che aveva caratterizzato il Villaggio; gli abitanti,
adesso, sono rancorosi e diffidenti verso i rifugiati che si presentano alle
loro porte e decidono di chiudere gli ingressi.
Anche la Foresta che nasconde la piccola
comunità sembra mutare: come un tentacolo di male puro, avanza e avvolge il
Villaggio, impedendo a chiunque di entrare ed uscire.
Saranno Matty, il Capo e il Veggente a
capire che qualcosa di oscuro li sta minacciando e, insieme a Kira che ha il
dono di tessere il futuro, a trovare la cura per quel male...
Inutile dire che ho amato questo libro con
la stessa intensità dei suoi due predecessori: sono stata invasa dalla felicità
nel ritrovare il piccolo protagonista del primo capitolo, The Giver, ora
ormai adulto, come un amico che si rivede dopo tanto tempo, e ho sofferto del
finale, triste ma mi verrebbe da dire necessario e inevitabile.
Il Messaggero chiude magistralmente la trilogia provocatoria di Lois Lowry: questa
splendida metafora dell'animo umano mette in risalto quanto siamo crudeli e
animaleschi quando dobbiamo sopravvivere, e quanto effimeri diventino i nostri
bisogni quando abbiamo tutto quello che ci è necessario; quando si lasciano
soggiogare dalla vanità, anche le persone migliori dimenticano le sofferenze
che hanno patito su di sé e diventano egoiste, impietose e irragionevoli. E'
veramente difficile non perdere di vista le cose per cui vale la pena lottare
e non
farsi assalire dalla paura di vedersi privare dei propri averi; ma un
modo c'è...doloroso e difficile, ma c'è.
Ed è questo il messaggio che questo
gioiellino di letteratura vuole inviarci: che la nostra ricchezza più grande
nessuno può portarcela via ed è custodita dentro di noi sotto forma di un
lumicino di umanità che, al contrario, acquista forza solo se viene
condiviso.... una cura che va a lenire i mali del mondo. E arriva a noi come un
dono, sussurrato attraverso le pagine di un libro che ha la voce di una ragazzo
che voleva avere il nome di Messaggero...
Assolutamente da leggere per avere una
conferma, se mai qualcuno ne avesse avuto qualche dubbio, che anche i fantasy
possono arricchire ed insegnare qualcosa, ai ragazzi ma ancora di più agli
adulti.
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