venerdì 14 dicembre 2012

Intervista a Roberto Fasano

Ho il piacere di ospitare nel blog Roberto Fasano autore di "Il talismano di Kyrien" trilogia fantasy con la quale fa il suo esordio nel mondo degli scrittori. Prima di pubblicare l'intervista ecco a voi la trama nella speranza che riesca a incuriosirvi.

TRAMA: Primo capitolo della trilogia dei prescelti di Egdænia (pronuncia “Egdenia”) Il Talismano di Kyrien è un fantasy di stampo classico che si ispira ai grandi del genere dei primi del Novecento. Nel mondo creato dall’autore ritroviamo infatti tutte le creature tipiche del fantasy “tolkeniano” come Nani, elfi, orchi, draghi ed un mezz’elfo come protagonista. Un romanzo avventuroso e di formazione in cui il giovane Kyrien Fenton si troverà a dover abbandonare il suo amato villaggio di Valkreet e le sua tanto care abitudini quando l’anziano elfo Tarniel coinvolgerà il pacifico mezzelfo in una missione che lo catapulterà in una di quelle avventure che suo fratello Welcar adora..
Una vicenda ricca di colpi di scena, in cui tutti i protagonisti trovano lo spazio di mostrare le mille sfaccettature caratteriali, con i propri pregi e i difetti, lasciando sempre l’impressione che nulla, in questo romanzo, sia lasciato al caso.


INTERVISTA


1 Da cosa è nata l'ispirazione per scrivere questa storia?
Ciao, e grazie per questa intervista. Come è nata l’ispirazione … innanzitutto devo ammettere di non aver avuto un’educazione classica, e che tutto speravo tranne che scrivere un libro. Poi, più o meno a metà del 2006, ci pensai seriamente e scoprii che scrivere fantasy mi veniva più semplice di quanto credevo. Ma la vera scintilla che mi ha portato a raccontare questa e altre storie è la necessità di tramandare, mettere nero su bianco i valori in cui credo, valori che spesso vengono sminuiti o persino dimenticati e che trovano nel fantasy in particolare terreno fertile (la lotta tra il bene e il male è solo uno dei più famosi).  

2 C'è qualche personaggio che ti sta particolarmente a cuore e viceversa un altro di cui è stato difficile scrivere?
Il personaggio che mi sta più a cuore è sicuramente Garia. Senza rivelare troppo della trama, Garia è la principessa di uno dei regni umani “liberi”. Come ci si può aspettare, il suo status le imporrebbe di rientrare in certi canoni di comportamento, ma il suo carattere glielo impedisce e cerca di emanciparsi il più possibile. Inizialmente non doveva essere un personaggio rilevante per la storia di questo romanzo e dei prossimi. Ma col passare del tempo, mentre la descrivevo e la raccontavo, mi sono reso conto della sua forza e del suo desiderio di rompere certi dogmi che impongono (anche lì purtroppo) un ruolo femminile marginale. E da femminista convinto non posso che ammirarla per i suoi sforzi.
Non ho avuto un personaggio difficile da scrivere o che mi stia “antipatico”.  Tutti hanno qualcosa che mi porta a rispettarli nelle loro posizioni, persino tra alcuni dei nemici dei protagonisti .

3 A chi consiglieresti questa storia?
A caldo direi a tutti, persino a chi non ama il fantasy o non lo conosce. Non è un romanzo impegnativo ma contiene comunque dei punti di riflessione interessanti. A freddo invece lo consiglio a tutti coloro che credono che il fine giustifichi i mezzi. Leggendo il libro sino alla fine si capirà che cosa intendo.

4 Cosa pensi che abbia il tuo romanzo in più che gli altri non hanno e che dovrebbe spingere i lettori a comprarlo e leggerlo?
A mio avviso il principale punto di forza del romanzo, e che credo lo distingua di più rispetto a tanti altri, è “l’umanizzazione” dei personaggi e il loro sviluppo psicologico attraverso l’intera storia. Non sono in tanti a fare un’operazione del genere. Il fantasy a volte ci mostra personaggi già forti e pronti ad affrontare pericoli che la maggior parte delle persone non correrebbe. Tutto il contrario dei personaggi di questo romanzo, Kyrien in primis. Ad ogni nuovo pericolo dubitano, si chiedono se sopravvivranno, se potranno tornare come erano prima di iniziare quest’avventura, e quando combattono spesso riescono a cavarsela solo con l’astuzia o con la fortuna. Le vittorie, le sconfitte, le tragedie e gli affetti inoltre cambiano il loro modo di vedere le cose. Bisogna ricordarsi che anche se possiedono spade magiche o magie in grado di ridurre in cenere plotoni di soldati, sono pur sempre esseri viventi in grado di pensare, di avere paura, di amare.

5 Hai già pubblicato qualche altro romanzo?
Sarò breve … no. Questo è il romanzo d’esordio.

6 C'è qualche ragione in particolare che ti ha portato a scegliere la casa editrice che farà uscire il tuo libro?
Ho scelto la Montecovello perché punta molto sul web per pubblicizzarsi, in un mercato dell’editoria che rende difficile l’inserimento delle case editrici medio-piccole. Inoltre il romanzo a breve sarà anche disponibile in versione e-book, così da rendere ancora più semplice trovarlo, leggerlo e farlo conoscere.

7 Dove è possibile reperirlo?
In teoria si può ordinare in tutte le librerie. Se così non fosse insistete con il libraio, e in caso rifiuti andate a cercare in altre librerie. Se nemmeno così riuscite a trovarlo, si può sempre ordinarlo tramite web (a volte con lo sconto) a questi indirizzi o cercandone altri scrivendo “Talismano di Kyrien Montecovello” su Google:

8 C'è qualche altro lavoro in cantiere?
Innanzitutto spero di riuscire a pubblicare i seguiti di questo romanzo (dovrebbero essere almeno due libri) di cui uno è già in pratica scritto. Inoltre sono ancora nella fase “brainstorming” di altri due libri che mi piacerebbe un giorno scrivere e pubblicare. Il primo, come questo, è ambientato in un mondo diverso dal nostro, ma a differenza di Egdænia non ci sono le creature classiche del fantasy come gli elfi o i draghi. Ci sono solo umani, ma alcuni di loro hanno poteri e capacità naturali che li distinguono, e per questo motivo, spesso, vengono ghettizzati e combattuti. Il secondo invece, più impegnativo, dovrebbe essere un’ucronia con risvolti fantasy e spirituali, con tematiche molto profonde.

9 Se dovessi riassumerti in una frase quale sarebbe?
Una sola frase è un po’ poco, ma direi che, soprattutto in questo periodo, la frase potrebbe essere questa: amo essere malinconico. Con i tempi che corrono è difficile non esserlo, ma ciò non sempre mi dispiace. Sono una di quelle persone a cui piacciono la pioggia e i temporali, per intenderci.

10  C'è qualche scrittore in particolare che consideri come un mentore?
Tolkien, lui in assoluto è in cima. Lo so che può sembrare banale per uno scrittore di fantasy rifarsi a colui che ha in pratica inventato il genere (almeno nella sua forma contemporanea), ma condivido in buona parte se non tutte le cose che ha scritto e diffuso, difendendosi spesso da chi le interpretava male: il valore della pace, il valore della libertà, lo spettro della tecnologia e dell’industria che divora ciò che c’è di bello nel mondo, e tanto altro. Ma alla fine tutti i libri che ho letto finora sono stati miei mentori, e scrittori come Ursula K. Le Guin con le “Cronace di Earthsea”, Cecilia Dart Thornton con “L’Albero di Ferro”, Philip Pullman con “Queste Oscure Materie” e Andrzej Sapkowski con le vicende dello strigo Geralt sono solo alcuni di quelli che hanno influenzato il mio pensiero e la mia scrittura.

11  Se potessi scegliere un libro tra quelli presenti in libreria,volando con la fantasia ovvio, quale vorresti aver scritto tu e che senti come tuo?
Temo di non poter rispondere. Libri che mi piacerebbe aver scritto ce ne sono, ma nessuno che riesca davvero a sentire “mio”. Nemmeno il libro che ho scritto lo sento davvero mio, perché tratta di eventi e di luoghi talmente grandiosi che mi sono sfuggiti di mano. Ormai l’universo che ho creato dentro e fuori Egdænia ha una vita a sé stante, fuori dal mio controllo.

Un diamante da Tiffany - Karen Swan


TRAMA: Cassie pensava di aver realizzato il suo sogno d'amore, sposando il suo primo fidanzato. Adesso, a distanza di dieci anni, si sente tra dita e a pezzi. Il suo matrimonio è in crisi, non ha un lavoro e nemmeno una casa: ha urgente bisogno di capire chi sia realmente e quale direzione prendere. È ora di voltare pagina e abbandonare la vita fin troppo tranquilla della campagna scozzese. Così decide di passare del tempo con ognuna delle sue migliori amiche, nelle tre capitali più glamour del mondo: New York, Parigi e Londra. In un viaggio ricco di sorprese e incontri inaspettati, dalle vetrine luccicanti della Fifth Avenue ai caffè sugli Champs Élysées, fino alle stradine colorate di Notting Hill, Cassie cercherà di scoprire quale sia la città su misura per lei. Sarà la magica scatolina blu di Tiffany a cambiare la sua vita per sempre?

PUBBLICATO DA: Newton Compton Editori, 506 pagine

VOTO: 7,5

GIUDIZIO: Si tratta di un bel romanzo rosa che si snoda  tra 3 che io adoro e che, forse, mi hanno fatto apprezzare ancora di più questo libro. Devo ammettere che ormai, da qualche tempo, non sono più molto attratta da questo genere di romanzi, infatti questo mi è stato regalato, ma non mi sono assolutamente pentita di averlo letto. 
La protagonista è una giovane donna alla quale si sgretolano tutte le certezze che aveva ricavato dai suoi dieci anni di matrimonio e, proprio da questo punto, inizia una storia avvincente e ricca di colpi di scena che porteranno Cassie, la protagonista, a dover affrontare e vivere situazioni particolari e molto carine. 
Il romanzo mi è piaciuto perché non l’ho trovato banale e simile a molte altre storie d’amore, la scrittrice è riuscita a catturare la mia attenzione grazie a tutte le avventure e i luoghi presentati durante la lettura. Inoltre il libro mi è sembrato ben scritto e strutturato in modo da non creare confusione nel lettore e quindi la lettura risulta scorrevole e piacevole.
Si si, ci voleva proprio una lettura del genere, e se vuoi saperne ancora di più, guarda la mia video-recensione! Ciao!


https://www.youtube.com/watch?v=NiuD5z26NUA&feature=relmfu


Recensione di: La farfilla



The young Victoria


Titolo originale: The Young Victoria

Regia di: Jean-Marc Vallée
Genere: Storico/drammatico
Paese e anno: Regno Unito/ USA, 2009
Momentum Pictures
Voto: 9

Fino a questo momento ho sempre considerato la Regina Vittoria come la più rigida e intransigente delle sovrane inglesi. Me la immaginavo avanti con gli anni, una figura piuttosto appesantita ma coperta fino all’ultimo centimetro da sobri e cupi abiti a lutto, intenta a far coprire per decenza anche le gambe dei tavoli.
Molti, moltissimi romanzi la descrivono, dettagliatamente o di sfuggita, in primo piano o relegata al suo ruolo storico; sia che si tratti di romance, di romanzi storici che (udite udite) di storie raccapriccianti legate a Jack lo Squartatore.
Ho fatto tutta questa introduzione per dire che mi ero formata un’idea un po’ parziale della donna che ha guidato il regno d’Inghilterra più a lungo di chiunque altro, salendo al trono poco più che adolescente. Ecco la motivazione per la quale ho deciso di scrivere del film “The Young Victoria”, perché, se i libri sono le ali della fantasia, tanto vale che posino su basi concrete se disponibili. Soprattutto quando queste basi narrano di una storia d’amore e devozione straordinari.
Questo film narra i primi tempi di regno della giovane Vittoria (Emily Blunt), imparentata con due zii sovrani e erede della corona di Gran Bretagna. Narra il suo difficile rapporto con la madre e Sir John, di quest’ultima consigliere e aggiungerei, manovratore, oltre che il suo matrimonio praticamente combinato con il giovane Albert di Saxon-Coburg Gotha (Rupert Friend). Il futuro principe Alberto.
Vediamo anche come la giovane si trovi contesa dalle ambizioni politiche di molti che contano di far leva sulla sua ingenuità e inesperienza per raggiungere i propri scopi, non ultimo Lord Melbourne (Paul Bettany) ma la vediamo anche uscire da queste macchinazioni indenne, solo più forte e più matura, come donna e come sovrana.
Il film ripercorre fedelmente le tappe e i momenti fondamentali della sua vita, così come cose di minore importanza, i dettagli, come l’interesse di Albert per le condizioni di vita del suo popolo, questo per dire che la ricercatezza dei dettagli e la ricostruzione delle situazioni sono stata attentamente studiati, anche in precisioni che lo spettatore può non cogliere.
Ho amato la forza dei personaggi, e li ho amati ancora di più dal momento che non sono solo personaggi, ma sono stati persone, che hanno agito come hanno fatto, non solo su carta o pellicola, ma nella vita reale, dove è molto più difficile recitare. Ma in particolare ho amato Victoria, la ragazzina, la donna, la sovrana, la donna innamorata. Per molti la grandezza del suo personaggio è legata alla grandezza del suo regno, al potere che ha stretto nelle sue mani, ma io ho amato, nel film e nella sua vita, la sua forza nell’abbassarsi ad offrire il proprio amore, a chiedere di essere amata. Questo fatto, da solo, sarebbe bastato a consacrarla eroina romantica, che poi lo abbia fatto davvero, non fa che rendere la storia più bella da studiare, specie se accompagnata dalla splendida colonna sonora.
Per una volta una grande storia d’amore, è stata parte della Storia.





domenica 2 dicembre 2012

Chocolat - Joanne Harris

TRAMA:Siamo a Lansquenet-sous-Tannes, un villaggio al centro della Francia, dove la vita scorre placida. Un po' troppo placida: sono rimasti soprattutto gli anziani - contadini e artigiani - mentre i giovani sono partiti verso la città. È una comunità chiusa, dominata con rude benevolenza dal giovane curato Francis Reynaud. È martedì grasso - una tradizione pagana avversata dalla Chiesa - quando nel villaggio arrivano Vianne Rocher e la sua giovane figlia Anouk. La donna è assai simpatica e originale, sexy e misteriosa, forse è remissaria di potenze superiori (o magari inferiori). Vianne rileva una vecchia pasticceria, ribattezzata La Celeste Praline, che ben presto diviene agli occhi del curato - un elemento di disordine. Anche perché Vianne non frequenta la chiesa e inizia ad aiutare chi si trova in difficoltà: il solitario maestro in pensione Guillaume, l'adolescente ribelle Jeannot, la cleptomane Josephine, l'eccentrica Armande. Ben presto il tranquillo villaggio diventa più disordinato, ribelle e soprattutto felice. E lo scontro tra Benpensanti e Golosi, tra le delizie terrestri offerte da Vianne e quelle celesti promesse da padre Reynaud, tra Carnevale e Quaresima, diventa inevitabile.

PUBBLICATO DA: Garzanti

VOTO: 7

GIUDIZIO: Nonostante abbia visto il film è stato  con piacere che ho letto questo libro regalatomi da un amico. La storia viene vista da due punti di vista, uno è quello di Vianne una "nomade" che insieme alla figlia si sposta di città in città di paese in paese senza mai mettere radici, fino a quando non giungono  a Lansquent piccolo paesino bigotto francese.
La storia è semplice, il libro ben scritto (anche se a volte la narrazione appare confusa quando  a parlare è il pastore), scorrevole, belle le parti in cui descrive il cioccolato e come prepararlo ti fa venire voglia di abbuffarti di dolci tuttavia non è coinvolgente e appassionante,  il romanzo è bello da leggere ma non si  viene assaliti da quella brama che ci spinge a girare una pagina dietro l'altra fino ad arrivare alla fine. Questo non significa che non ho provato gusto a leggerlo tutt'altro solo che non mi sono immersa nella storia al 100%