sabato 31 maggio 2014

22/11/63 - Stephen King

Supponete di avere un‟opportunità più unica che rara: tornare indietro nel passato, in un‟altra epoca quando ancora non eravate nati. Poter rivivere gli eventi accaduti allora, conoscere gente vissuta mentre essi accadevano e poter interagire con queste persone. Probabilmente la
maggior parte di noi, di fronte a questa opportunità cercherebbe di pensare come poter trarre profitto dalla conoscenza del futuro. La maggior parte, ma non tutti. Così Jake Epping, giovane insegnante di inglese del Maine (nel 2011), si trova catapultato nel passato, indietro di
50 anni, in un‟epoca che non gli appartiene, con una missione ben precisa: salvare il presidente Kennedy dal famoso attentato accaduto il 22 novembre 1963 a Dallas. A guidarlo nell‟impresa un “diario” di appunti del suo ristoratore di fiducia Al, che nella dispensa situata
nel retro del suo fast-food scopre un passaggio temporale il quale, ogni volta che lo attraversa, lo riporta alle 11:58 del 9 settembre 1958. Al capisce la potenzialità del passaggio, ma
purtroppo è vecchio e malato, capisce di non essere in grado di poter fermare Lee Harvey Oswald, l‟assassino di Kennedy e così convince Jake a farlo. Certo la missione non è semplice, ma Al assicura Jake che potrà sempre tornare nel 2011, basta riattraversare il passaggio e tutto si azzera. Ma sarà davvero così semplice? Riuscirà Jake a portare a termine la sua nobile missione? E nel caso, a quale prezzo?
Un insolito Stephen King che in questo romanzo abbandona l‟horror che lo contraddistingue,
per concentrarsi su una vicenda realmente accaduta e sulla quale non è ancora stata fatta piena chiarezza. King la affronta con classe, facendo immergere totalmente il lettore nell‟epoca degli anni ‟60, coinvolgendolo nella missione di Jake che vive l‟avventura prima con diffidenza, poi lasciandosi trasportare dagli eventi con più naturalezza. Di sicuro la consistenza del romanzo si poteva ridurre della metà per quello che era l‟obiettivo principale di Jake, invece il talento di King ha saputo agire condendo la storia con tutta una serie di vicende secondarie che portano il lettore ad un livello di coinvolgimento tale da provare quasi le stesse emozioni del protagonista che le racconta.
Nel testo viene citata Derry, la cittadina (immaginaria) in cui è ambientato It, il romanzo
capolavoro di Stephen King pubblicato nel 1986. Si fa anche accenno agli eventi spaventosi
accaduti in quegli anni („57/‟58) narrati appunto in It. Non capisco se questo rappresenta una trovata pubblicitaria o se l‟autore ha voluto appositamente ripescare dal passato la spaventosa cittadina, come se volesse dare un senso di interazione tra le sue opere. Tuttavia per coloro che non hanno letto It non ci saranno elementi mancanti per la comprensione di questo romanzo.
Per me questa lettura è stata una piacevole riscoperta di questo autore, abbandonato da anni, in quanto l‟horror non è il tipo di lettura che preferisco. Trovo molto coinvolgente il romanzo anche per coloro che non hanno vissuto l‟epoca in cui è ambientato, e sicuramente
appassionante il susseguirsi degli eventi e delle storie dei personaggi secondari che vanno ad
intrecciarsi con la strada che dovrà percorrere Jake per salvare il presidente degli Stati Uniti
d‟America.
I lettori abituali dei romanzi di King potrebbero rimanere delusi dalla mancanza di elementi
horror, ma credo che rimarranno ugualmente colpiti dalla capacità narrativa dell‟autore


VOTO: 9/10

PUBBLICATO DA: Sperling & Kupfer



venerdì 30 maggio 2014

Un giorno, forse - Lauren Graham

TRAMAQuante volte Franny Banks, passeggiando sulla Fifth Avenue con gli anfibi e l'uniforme da cameriera, si è detta: un giorno, forse, camminerò su questa strada con i tacchi alti e una borsa firmata. Quando è arrivata a New York, aspirante attrice e aspirante molte altre cose, Franny aveva un piano: sfondare nel cinema entro tre anni. Ora ne sono passati due e mezzo e le cose non stanno andando come aveva sperato. Finché un giorno, durante una produzione della sua scuola di recitazione, cade rovinosamente sul palco... Sembra la fine della sua carriera mai iniziata, e invece sarà il punto di svolta. Tra esilaranti avventure sul set, coinquilini bizzarri, provini assurdi e un amore inatteso, Franny scoprirà che la vita non è un film. E, tutto sommato, meno male!

PUBBLICATO DA: Sperling &Kupfer   pag. 376  - €17,90

VOTO: 7

GIUDIZIO: Per anni ho guardato e riguardato tutte le puntate di "Una mamma per amica" (Gilmore Girls in originale ndr) così appena ho saputo che era uscito in libreria un romanzo scaturito dalla penna di Lauren Graham/Lorelay Gilmore non ho resistito e, nonostante il prezzo esorbitante per un opera così piccola, l'ho acquistato.
Questa è un opera prima e parla di una tale Franny Banks che come tanti altri prima di lei si trova a New York con un lavoro precario di cameriera e una carriera di attrice fallimentare. Franny è giovane è carina ed è talentuosa ma il successo sembra proprio non faccia parte del suo destino. Lauren ci descrivere una protagonista incredibilmente realistica, ben strutturata, che a tratti si fa sentire vicina e a tratti fa venire solo voglia di sbatterle la testa contro a un muro. Le scelte sbagliate che fa sono tante, ma forse è proprio questo a renderla così realistica.La sua è una figura un po' tragicomica, che ispira risate anche se quello che si ritrova a vivere  è tutt'altro che esilarante.

Quando si legge questo romanzo non si può non vedere in esso la giovane Lauren che muove i primi passi in un mondo notoriamente spietato, dove il talento non conta poi così tanto e dove la percentuale di successo è solo del 5% . 
Sono rimasta colpita dalla scorrevolezza di questo romanzo, dal fatto che sia ben scritto e strutturato. Un opera molto buona considerato che il sogno della Graham non è mai stato quello  di diventare scrittrice ma ci si è un po' improvvisata dopo un consiglio della mitica Diane Keaton. Tuttavia la scrittura sembra proprio far parte delle sue corde e sono convinta che nel tempo possa solo che migliorare.
La storia non è proprio di mio gusto, ma è una perfetta lettura estiva. Se devo muovere una critica è quella di non aver approfondito i personaggi intorno a Franny e di non aver dato una vera e propria conclusione  alla storia che rimane così un po' campata in aria. 
Bello, scorrevole, pieno di pepe ma che in fondo una volta chiuso non lascia nulla. Vi consiglio tuttavia di dargli una possibilità  sopratutto in vista della prossima  uscita del telefilm che la CW vuole trarre da questo romanzo e che vede la Graham nei panni di sceneggiatrice.


Consigliato a chi: ha vissuto gli anni ’90 ma anche a chi non li ha vissuti, così può farsi un’idea.
Da leggere: sdraiati su un divano con la tv accesa.
Da sgranocchiare: Oreo.

martedì 27 maggio 2014

The venetian contract - Marina Fiorato

TRAMA: Costantinopoli, 1576.
Feyra, una giovane di soli diciannove anni ha da tempo deciso che non sarà mai solo una donna, tantomeno una donna sottomessa docilmente al proprio destino. Per questo motivo per lunghi anni ha studiato intensamente e con dedizione fino a diventare il medico delle donne del serraglio, in particolare della madre del sultano, Nur Banu.
In punto di morte questa le svela il mistero delle sue origini e delle proprie, insieme ad un segreto che la porta dritta tra le braccia della Serenissima Repubblica di Venezia, da sempre nemica dell’Impero Turco.
Prima di rendersene conto Feyra si trova a dover fare i conti con le proprie origini che la legano nientemeno che al Doge, imbarcata su un vascello che trasporta Death, un uomo che è esattamente ciò che il suo nome annuncia: la morte per Venezia, la Peste.
Da quel momento inizia per Feyra una ricerca verso il significato dell’anello datole dalla madre morente: cosa significano i quattro cavalli fermati nel vetro? Cosa porteranno a lei e alla Regina dei Mari?
Le domande si affollano nella sua mente e le risposte scarseggiano mentre Feyra vive e lavora nella dimora dell’architetto chiamato in quella città per volere del Doge stesso, Andrea Palladio. Ed è proprio mentre si trova in quella casa che incontra Annibale Cason, medico della peste. È lui che la nasconde quando diventa una ricercata ed è con quello strano uomo che indossa sempre una maschera con un lungo becco che Feyra si sente finalmente a proprio agio, finalmente serena, forse proprio per la passione comune che hanno, orientati allo stesso obiettivo: curare gli ammalati.
Tuttavia l’amore non è sempre sufficiente a superare barriere di religione e passato, o a combattere la terribile Peste…

PUBBLICATO DA. John Murray

Testo in lingua Inglese

VOTO: 7,5

GIUDIZIO: Dopo aver letto della stessa autrice ‘La ladra della Primavera’ e ‘La Gemma di Siena’, non ho avuto la pazienza di aspettare la traduzione italiana degli altri suoi scritti, così mi sono diretta verso l’originale inglese. Sicuramente è un peccato che questo libro non sia ancora stato tradotto perché descrive la bella Venezia del Cinquecento con attenzione e cura, ricostruendo il periodo della peste con precisione, ma aggiungendo allo stesso tempo quel tanto di mistero da affascinare il lettore dall’inizio alla fine.
Due uniche pecche fondamentali in questa narrazione: una opinabile e una oggettiva. Non mi è piaciuto il finale. Niente di terribile, solo che non mi ha entusiasmata. Non era come me lo immaginavo, cosa su cui posso facilmente soprassedere se si rivela migliore delle aspettative, ma non è stato questo il caso.
La pecca oggettiva, cioè quella cioè che trascende dal mio gusto personale, sono gli errori in lingua italiana e veneziana. Il libro è stato scritto per un pubblico anglofono, che quindi magari non coglie le imprecisioni, se queste si manifestano nella lingua straniera, ma anche pochi errori, quando capitano sotto gli occhi di chi li riconosce, sono molto più fastidiosi ed evidenti di quanto il loro scarso numero meriterebbe. A scanso di equivoci ho anche cercato, ma ‘La chiesa del Santissimi del Redentore’ proprio non esiste, né in italiano né a Venezia.






domenica 18 maggio 2014

La falsaria - Barbara A. Shapiro

TRAMA:Nel mondo dei falsi d’arte non c’è limite alla verità. Claire, eterna promessa della pittura emarginata dalla scena newyorchese per un equivoco e poi costretta a realizzare copie, lo scopre quando un famosissimo gallerista le promette di esporre una sua “vera” personale in cambio di un falso doc. Quando la donna scopre che l’opera in questione fa parte del bottino di uno dei furti più celebri del Novecento, si spaventa. E mi fermo qui: è una trama potente quella che Barbara A. Shapiro ha elaborato partendo da un fatto di cronaca vero (una celebre – e tuttora insoluta – razzia di opere avvenuta a Boston nel 1990). Soprattutto la scrittrice americana è bravissima nel far sentire tutte la vertigine e l’avidità che il possesso di una bellezza assoluta fanno scattare.

PUBBLICATO DA: Neri Pozza (2013) – 384 pp.

VOTO: 7

GIUDIZIO: La vicenda ruota attorno al mondo dell’arte ed è ambientata a Boston, città che ospita l’Isabella Stewart Gardner Museum; ovvero il museo che contiene più di duemila opere collezionate dall’omonima Isabella tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento.
Proprio in questo museo, nel 1990 è accaduta realmente una rapina, il furto d’arte più importante di tutti i tempi e tutt’ora irrisolto. In quella rapina furono sottratti al museo undici quadri di famosi artisti del calibro di Manet, Rembrandt e Vermeer. Tra quelli vi era anche un’opera di Edgar Degas intitolata Dopo il bagno. Per vent’anni nessuno ha saputo più nulla delle opere rubate e nel museo sono tutt’ora esposte le cornici vuote.
Questo fino a quando Claire Roth, artista dal passato travagliato non entra in confidenza con Aiden Markel, proprietario della rinomata galleria Markel G che gode di fama e prestigio tra collezionisti e critici. Un giorno Aiden propone a Claire un affare ai confini della legalità: falsificare un quadro con la promessa di fare del bene a milioni di persone. Claire inizialmente è molto dubbiosa circa la proposta: di per sé copiare un quadro non è un reato, il problema è come viene utilizzata la copia. Tuttavia quando Aiden le comunica il suo compenso Claire inizia a convincersi, dato che economicamente non è messa molto bene: per guadagnarsi da vivere produce copie di capolavori ad alta qualità, per conto di un’azienda che vende le copie online dandole in cambio una minima percentuale del ricavato.
Quando Markel le consegna l’opera da falsificare, Claire rimane da un lato terrorizzata, dall’altro completamente rapita da esso. Si tratta di Dopo il bagno di Edgar Degas, quadro che lei apprezza moltissimo fin dai tempi della scuola, ma purtroppo ne conosce anche la provenienza. Markel la tranquillizza e insieme pianificano come procedere, promettendole che quando tutto sarà terminato, Claire avrà una mostra personale alla Markel G. Questo la convince definitivamente: l’occasione di una vita, la possibilità di riscatto dopo le accuse dei media riguardo alla vicenda con Isaac, il suo mentore morto suicida qualche anno prima.
Così prende vita la vicenda, alternando le fasi in cui viene descritta la falsificazione di Dopo il bagno, con le vicende personali di Claire, le lettere segrete di Isabella Stewart Gardner circa il suo rapporto con Edgar Degas, e gli amici di Claire che le stanno accanto sempre e comunque. Tutto sembra procedere al meglio fino all’ arrivo dell’ FBI.
Cosa si nasconde dietro al quadro di Degas? Cosa spinge i collezionisti a spendere cifre spropositate per un’opera d’arte? Queste sono le domande a cui Barbara Shapiro tenta di rispondere in questo romanzo, offrendo ai lettori un interessante opera sul mondo dell’arte che intreccia elementi reali con altri di pura fantasia. La lettura inizialmente l’ho trovata un po’ difficoltosa in quanto nella prima parte del libro l’azione procede a rilento, tuttavia man mano che si avanza nella lettura l’intreccio della trama diventa interessante. Consiglierei la lettura solo a chi apprezza l’arte in quanto per gli altri lettori potrebbe risultare un romanzo noioso e una perdita di tempo, credo che sia buono per coloro che cercano una lettura alternativa sul mondo dell’arte. Infine trovo che il prezzo di copertina è eccessivo.