TRAMA:Will Andrews è un ragazzo cresciuto in una facoltosa famiglia di Boston nella seconda metà dell’ 800. Dopo qualche anno di studi presso la prestigiosa università di Harward, Will scopre che la vita di città non fa per lui e decide di cambiare vita, abbandonare la famiglia e spostarsi ad ovest, nel profondo west, alla ricerca di sé stesso e della natura selvaggia che tanto lo affascina.
Dopo lunghi giorni di viaggio arriva così a Butcher’s Crossing, uno sperduto villaggio nel Kansas, terra arida e di vita dura. Qui viene in contatto con Miller, un cacciatore esperto e dalla personalità forte che è determinato a cacciare bisonti per rivenderne le pelli.
Organizzata la spedizione, Will e Miller seguiti da altri due aiutanti, partono alla volta delle montagne del Colorado, in cui secondo Miller si nasconde una vasta mandria di bisonti.
PUBBLICATO DA: Fazi (2013), 357 pp. - 17,50 €
VOTO: 4/10
GIUDIZIO: Ho acquistato questo romanzo perché ho letto Stoner dello stesso autore e mi era piaciuto parecchio. Leggendo la trama di questo romanzo mi è sembrata interessante e quindi mi sono deciso ad acquistarlo.
Sebbene questo romanzo sia stato scritto prima di Stoner, in quando negli Stati Uniti è stato pubblicato nel 1960, mentre Stoner è del 1965, in Italia sono apparsi in ordine inverso. Si può notare una sorta di analogia con Stoner in quanto là il protagonista fuggiva dalla campagna per studiare all’università, qui invece il protagonista fugge dalla città alla ricerca della natura selvaggia. Tuttavia Stoner ripercorre l’intera vita del protagonista, qui invece la durata della vicenda copre solo un anno circa.
Ebbene Will fugge dalla vita agiata perché si sente insoddisfatto, sente che quella vita non fa per lui, sente la mancanza di qualcosa che lo completi. Spinto dal desiderio di avventura viaggia alla scoperta del West, della natura selvaggia e incontaminata dall’uomo.
Fin qui lo spunto per un buon romanzo c’è solo che l’autore non lo sfrutta a pieno. Non si parla molto della famiglia del protagonista e della sua vita a Boston, così non si capisce bene per quale motivo Will decide di cambiare vita.
I personaggi coi quali Will interagisce sono veramente pochi, in quanto per buona parte del libro, l’autore si concentra su descrizioni di azioni compiute dai quattro avventurieri durante il viaggio verso la valle dei bisonti e durante la loro permanenza forzata dalla neve in questo luogo in condizioni estreme.
Cito dal testo un paio di frasi tratte da un dialogo che avviene al ritorno di Will dalla spedizione di caccia:
«I giovani», ripeté McDonald con disprezzo. «Pensate sempre che ci sia qualcosa da scoprire».«Si, signore», rispose Andrews.«Be’, invece non c’è niente», disse McDonald.
Lo stesso Will, tornato dalla spedizione di caccia più povero di quando era partito, decide di abbandonare anche Butcher’s Crossing per cercare fortuna altrove.
Tranne che per una direzione di massima, non sapeva dove stava andando. Sapeva solo che gli sarebbe venuto in mente in seguito, nel corso della giornata.
In queste poche righe si può riassumere in modo abbastanza completo l’intero romanzo. Non ho capito cosa voleva comunicare l’autore a parte forse l’eterna insoddisfazione dell’uomo e la continua ricerca di sé stessi e di un senso più profondo nella vita.
L’ho trovato noioso, banale, deludente e l’ho finito con difficoltà. Dopo aver letto Stoner mi aspettavo decisamente di meglio, anche in considerazione del costo del volume.
Non consiglio la lettura.