Ho già parlato profusamente in passato del mio amore sviscerato per il dispositivo Kindle 4 e per amazon.it ma da qualche giorno ho trovato un motivo ancora più valido per tenermi stretta entrambi.
Ho da poco cominciato ben tre corsi di letteratura all'università (letteratura italiana,inglese e ispanoamericana) e come potete immaginare essendo esami ognuno da 9 crediti (belli pesanti) i testi da leggere sono tanti e dispendiosi. Disperata ho cominciato a scorrere i prezzi di ognuno di essi (che si aggiravano dai 9 ai 18 euro) pensando di aprire un mutuo per prenderli tutti e cercando un modo per abbassare i costi.Poi alla fine mi è balenata un idea in mente, cercarli in versione ebook.
Con stupore ho scoperto che molti di questi testi erano presenti nel database del kindle store e i prezzi mi hanno fatto tirare un sospiro di sollievo, si aggiravano da 0,89 cent. a un massimo di 2,50 € che dire ho calcolato che il mio ebook reader mi ha fatto risparmiare 79 € e quelli mancati li ho acquistati sempre su amazon scontati, senza contare il peso che mi evito di portare in giro ogni giorno.
Grazie amazon, grazie kindle!
mercoledì 29 febbraio 2012
martedì 28 febbraio 2012
29 febbraio, giorno di proposte.
29 febbraio, giorno di proposte.
Pochi sanno che
, secondo un’antichissima tradizione di origine anglosassone oggi sono le
gentildonne a fare la fatidica proposta alla loro dolce metà. Se vengono
rifiutate possono chiedere un paio di guanti, un vestito o altro, e non solo
per tradizione, ma per un’antichissima legge! Ma andiamo con ordine.
Innanzitutto ammetto
di avere scoperto questa tradizione solo grazie al film “A leap Year, una
proposta per dire sì” dove appunto una ragazza americana, per sbloccare la
situazione (e il fidanzato eternamente indeciso) si appella ad essa e parte
verso la verde Irlanda per proporre il matrimonio al suo innamorato. Le cose
non andranno esattamente come previsto, ma questo è un altro discorso..
Nel film, e nella vita reale, ci creiamo
qualche dubbio in proposito per quanto riguarda liceità e bontà di quest’usanza,
incarnato piuttosto bene dalle parole del protagonista, Declan, che dice:
“È la giornata in cui le donne disperate
provano a catturare un uomo che evidentemente non vuole sposarsi. Se il tuo
uomo avesse voluto chiederti di sposarlo l’avrebbe fatto da un pezzo. È
chiaro!”
Ora, lasciando
da parte il processo alle intenzioni, è davvero particolare che questa
tradizione nasca non solo da abitudine, ma da una legge precisa, così riportata
nell’Enciclopedia Britannica, dove si legge, secondo l’articolo che segue:
“…Questa vecchia
legge fu promulgata in Scozia nel 1288, una simile in Francia pochi anni dopo,
e in Italia (Eh sì, anche da noi!) nel XV secolo….”
La cosa curiosa
è che oltre a rendere libera qualunque donna di fare questa proposta,
indipendentemente dal ceto sociale, veniva prevista un’ammenda di qualche tipo
nel caso in cui lui rifiutasse di sposarla (l’unica eccezione avveniva se lui
era già sposato o fidanzato). Direi che avevano pensato proprio a tutto..
Secondo alcuni
l’origine sarebbe addirittura anteriore, risalendo al V secolo, da un’indicazione
precisa di S.Patrick, “impietosito” dalla sempre lunga attesa della donne
innamorate a causa dei fidanzati indecisi e delle (non) pari opportunità
dell’epoca..
Questa
tradizione ci sembra superflua al giorno d’oggi, una legge addirittura
ridicola, ma credo che tutto dovrebbe essere guardato con gli occhi dell’epoca
in cui venne promulgata: se oggigiorno è assolutamente normale che una donna
proponga il matrimonio al fidanzato, all’epoca dei fatti non era neppure
lontanamente contemplato, figuriamoci accettato.
Cercando nella
rete, tra immagini e cartoline, ho trovato moltissime di queste ultime proprio
riferite ad un anno bisestile in particolare, il 1908, che, a giudicare dalla
“pubblicità” sembra essere stato particolarmente ricco di proposte!
La cosa curiosa?
Per quanto abbia cercato, non sono riuscita a trovare informazioni riguardo
l’abrogazione di questa legge: per quanto ne so io è ancora assolutamente
valida. E se non sbaglio questo è un anno bisestile…
domenica 26 febbraio 2012
Damned - Claudia Palumbo con intervista
TRAMA:"Le canzoni non ti tradiscono", dice Ligabue. Ma le persone sì. Cathy, occhi blu e una ciocca viola che fa capolino tra i capelli nerissimi, lo ha scoperto quando Mirko, il suo primo amore, l'ha irrimediabilmente ferita. È per questo che ha messo in valigia la sua chitarra e i suoi diciott'anni, e ha lasciato la città dov'è nata, Napoli, per raggiungere la madre in Germania. E cercare, laggiù, di rimettere insieme i pezzi sparsi del suo cuore. Ma Cathy non sa che a Madenburg, cupa cittadina tedesca, l'aspetta il destino. Un destino che comincia quando, a un concerto nella nuova scuola, su di lei si posano gli occhi indagatori di Tristan e Konstantin Von Schaden, voce e basso della band del momento, i Damned. Due gemelli che non si assomigliano, se non per un particolare: la straordinaria bellezza. E il potere quasi ipnotico che i loro sguardi, e la loro musica, esercitano su Cathy. Tristan e Konstantin entrano così nella sua vita, sconvolgendo ogni certezza: perché custodiscono un antico segreto, e la loro è una storia maledetta, e maledettamente affascinante. Quando Cathy, attratta da entrambi, capirà di amare davvero uno solo dei due, scoprirà però che non sempre l'amore basta. A volte, s'intromette il destino, e quello di Cathy - anche se lei ancora non lo sa - è di lottare contro il Male. E contro le creature dell'ombra come i fratelli Von Schaden. Una scelta che solo il cuore può compiere, un duplice amore che sfida il tempo, una lotta epica tra Bene e Male.
PUBBLICATO DA: Sperling & Kupfer pp. 401
GIUDIZIO: Damned, il romanzo di Claudia Palumbo, è un urban fantasy che narra la storia di Cathy, diciotto anni e una ciocca viola fra i capelli, che si trasferisce da Napoli, la città dove è nata e vissuta insieme al padre, in Germania dove invece dimora sua madre con la nuova famiglia che si è costruita dopo la separazione dal primo marito. Cathy fugge dalla delusione del suo primo vero amore, che l'ha tradita con la sua migliore amica, per ricominciare daccapo. Ma gli inizi, spesso, sono difficili e dolorosi: una nuova scuola, dei nuovi compagni, una nuova stanza tutta rosa che lei odia da morire, così come tutto in quella città che non ha mai sopportato, compreso il compagno della madre. Cathy si sente sola e fuori posto. Fino a quando non conosce Engel, una ragazza talmente bella da rasentare la perfezione, che le presenta i suoi due più grandi amici, i gemelli Von Schaden, Tristan e Konstantin. I ragazzi, tanto belli quanto diversi nel carattere, sono due dei membri della band rock più conosciuta del momento, i Damned, ed esercitano entrambi su Cathy un fascino ammaliante. La nostra protagonista è attratta dalla dolcezza e dalla dedizione di uno, ma anche dalla strafottenza e dalla sregolatezza dell'altro che incarna, alla perfezione, lo stereotipo del tipo bello e maledetto. Ma intorno ai gemelli aleggia un antico alone di mistero...
Il primo libro che ho letto è stato “Cuore” di Edmondo De Amicis. L’ho
amato subito e l’ho divorato in tempi record. Avevo solo sette anni ed ero alle
elementari. E’ stato lì che ho capito quanto mi piacesse leggere.
Sono una giovane donna come tutte le altre: dolce, sensibile,
permalosa, innamorata della vita, della mia famiglia fantastica e degli amici.
Damned è nato dopo aver letto Twilight. All’epoca della scrittura non
era ancora uscito neanche il seguito, New Moon. Infatti ho letto Twilight per
la prima volta in lingua inglese, quando una zia americana me lo regalò per il
mio compleanno. Nessuno aveva mai trattato la figura del vampiro dal punto di
vista romantico- adolescenziale, e così mi sono cimentata nella scrittura di
questo romanzo. Chi avrebbe mai immaginato che Twilight avrebbe avuto tanto
successo!
Da questo romanzo non mi aspetto nulla, ed è proprio questo il bello.
Sto avendo così tante soddisfazioni che non ho il tempo di pensare a quello che
ci sarà dopo. Per il momento mi godo questi piccoli attimi.
PUBBLICATO DA: Sperling & Kupfer pp. 401
GIUDIZIO: Damned, il romanzo di Claudia Palumbo, è un urban fantasy che narra la storia di Cathy, diciotto anni e una ciocca viola fra i capelli, che si trasferisce da Napoli, la città dove è nata e vissuta insieme al padre, in Germania dove invece dimora sua madre con la nuova famiglia che si è costruita dopo la separazione dal primo marito. Cathy fugge dalla delusione del suo primo vero amore, che l'ha tradita con la sua migliore amica, per ricominciare daccapo. Ma gli inizi, spesso, sono difficili e dolorosi: una nuova scuola, dei nuovi compagni, una nuova stanza tutta rosa che lei odia da morire, così come tutto in quella città che non ha mai sopportato, compreso il compagno della madre. Cathy si sente sola e fuori posto. Fino a quando non conosce Engel, una ragazza talmente bella da rasentare la perfezione, che le presenta i suoi due più grandi amici, i gemelli Von Schaden, Tristan e Konstantin. I ragazzi, tanto belli quanto diversi nel carattere, sono due dei membri della band rock più conosciuta del momento, i Damned, ed esercitano entrambi su Cathy un fascino ammaliante. La nostra protagonista è attratta dalla dolcezza e dalla dedizione di uno, ma anche dalla strafottenza e dalla sregolatezza dell'altro che incarna, alla perfezione, lo stereotipo del tipo bello e maledetto. Ma intorno ai gemelli aleggia un antico alone di mistero...
In questo triangolo (che a
volte si trasforma in un quadrilatero, perché c'è un'altra persona innamorata
di uno dei gemelli...) Cathy comprenderà che, spesso, cuore e ragione non vanno
di pari passo e che l'amore, quello vero e unico, quello che va oltre la morte,
quando arriva non si può ignorare. Insieme a questa consapevolezza, capirà
anche il disegno che il destino ha tracciato per lei, una delle Predestinate,
una creatura nata con l'unico scopo di allenarsi ad uccidere esseri
terrificanti come gli orsi, come i vampiri.... come i suoi amati gemelli. Ma,
veramente, non ci si può opporre al destino? In un epilogo tragico ed una
battaglia sanguinosa, si conclude una storia d'amore immortale e maledetta,
dannata come il nome di questo libro dove la musica è protagonista insieme ai
personaggi.
Devo dire che, sin dalle
prime pagine, le analogie con il romanzo della Meyer, Twilight, sono
inequivocabili e, d'altra parte, è la critica più marcata che è stata mossa
alla nostra autrice in alcune delle recensioni che ho avuto occasione di
leggere; ma è l'unico appunto che le si puo' fare perché Damned è, comunque, un
bel libro: appassionante, emozionante, scorrevole, mai noioso e ben scritto. Mi
ha fatto tornare indietro nel tempo, all'amore provato a diciotto anni,
quell'amore che ti fa battere il cuore, ti toglie il respiro e ha il sapore dei
baci dati sotto la pioggia, con la musica di Ligabue in sottofondo e la
citazione di una canzone a fior di labbra. Anche se il sentimento che ci
descrive Claudia Palumbo è un amore passionale, fatto di carne e sangue, che va
oltre...
Ho apprezzato la scrittura
fluida e leggera e il fatto che sia narrato in prima persona in una sorta di
diario a tre, perché mi ha dato la possibilità di entrare nella mente e
nell'anima di Cathy e dei gemelli.
La protagonista, dolce e
insicura sotto una corazza aggressiva, incarna alla perfezione quella parte
irrazionale di noi donne per mezzo della quale siamo attratte, sempre e
comunque, dal tipo tenebroso e poco affidabile, a dispetto del bravo e perfetto
ragazzo che vorremmo con tutte noi stesse amare ma che non accende quella
scintilla che fa scattare l'alchimia.
I gemelli, Tristan e
Konstantin, in realtà li vedo come una sola entità, le due facce di una stessa
medaglia, dove le ombre di uno sono rischiarate dalla luce dell'altro: una
stessa anima e due cuori che battono per una stessa donna.
Fra i protagonisti secondari
devo confessare che ho amato la figura di Engel, una bellissima creatura piena
di contraddizioni: calcolatrice e sentimentale, fredda ma perennemente divorata
da una lotta interiore, vendicativa seppur disposta ad accettare la sconfitta,
egoista ma capace di donare la propria vita per coloro che ama.
Con questo vorrei dire che,
se si legge Damned senza cercare le similitudini con altri romanzi, il lettore
si lascerà coinvolgere da questo libro dove i sentimenti ti scorrono sulla
pelle come una carezza e i personaggi ti entrano dentro al ritmo di un
susseguirsi di eventi; e, magari, riuscirà a vedere e ad apprezzarne solo le
differenze....
Perché ogni scrittore si
ispira a qualcuno, alcuni lo fanno in maniera più discreta di altri, ma la
verità è che ogni libro è unico ed ha un'anima propria che sussurra qualcosa al
cuore di chi lo legge: a me, Damend ha parlato. Sono felice di averlo letto e
lo consiglio, soprattutto ad un pubblico giovane.
INTERVISTA ALL'AUTRICE:
Bene, Claudia, raccontaci
qualcosa di te: quali sono le tue passioni, cosa ti piace e cosa proprio non
sopporti?
Ovviamente amo scrivere e leggere. Non potrei vivere senza i libri,
letteralmente. Quando finisco un libro mi sento mancare l’aria, è per questo
che ogni volta che ne inizio uno nuovo, corro in libreria a comprarne subito un
altro, così già so che quando quello che sto leggendo finirà ne avrò subito un
altro.
Cosa non sopporto? Fare attività fisica. So che è sbagliatissimo ma
sono di natura molto pigra, quindi questo è un gran neo per me!
Quel è il primo libro che
ricordi di aver letto e che ti ha fatto innamorare della lettura?
Che tipo di giovane donna
sei? Se dovessi riassumerti in una frase, quale sarebbe?
Se l'avventura di scrittrice
non fosse mai iniziata, come avresti visto Claudia da grande?
Come continuo a vedermi. Dietro una scrivania a coordinare le
operazioni del mio distretto di polizia. Il mio sogno, infatti, è quello di
diventare un capo questore. Ovviamente, un capo questore che, nel tempo libero,
scrive.
Sappiamo che hai scritto
Damned giovanissima, ma come è nata Claudia scrittrice? Quando ti sei accorta
che, dentro di te, stava emergendo un altro io? O la passione per la scrittura
è stata sempre presente nella tua vita tanto da farti dire che, prima o poi,
avresti scritto un libro?
Ho sempre scritto, sin dalla più tenera età. Quando avevo dieci anni ho
fatto stampare e rilegare un racconto dal titolo “La mia principessa”. Quella è
stata la prima “cosetta” che ho scritto e che mostravo orgogliosa a chiunque
venisse a casa. Poi, col tempo, ho scritto storie più lunghe e più importanti.
Prima di Damned, infatti, ho finito altri due racconti che, per lunghezza, sono
dei veri e propri libri. Chi sa, magari un domani pubblicherò anche quelli.
Come sei arrivata ad
approdare ad una casa editrice importante come la Sperling & Kupfer
(impresa non facile per una scrittrice emergente)?
Per una serie di fortunati eventi e con una casualità incredibile. Sono
stati i miei amici a chiedermi di mandare il manoscritto alle case editrici, e
così, più per gioco che per altro, li ho accontentati. Il libro è piaciuto a
diverse aziende davvero importanti ma quando mi è arrivata la proposta della
Sperling non ci ho pensato due volte: cavolo, è la casa editrice del mio mito!
(Stephen King, ndr.)
E, ora, parlaci del tuo
romanzo: come è nata l'idea di Damned? Perché hai scelto di ambientarlo in
Germania?
Damned è nato dalla passione per la scrittura e dalla voglia di trattare un
argomento che mi è sempre piaciuto, il fantasy, attraverso gli occhi di un
adolescente che era nel pieno di quel periodo. Ho deciso di ambientarlo in
Germania perché ho sempre amato quella terra, così diversa dalla nostra eppure
così ricca di storia e di cieli plumbei adatti all’atmosfera che cercavo. La
cosa che mi ha attirato maggiormente, però, è stata la Foresta Nera, che nel
libro si è trasformata nella Foresta delle Ombre. Non ho mai visto niente di
più inquietante e affascinante al tempo stesso.
Quando hai creato i tuoi
personaggi, a chi ti sei ispirata? Quale, fra i protagonisti non principali del
tuo libro, è quello che preferisci? Quanto, di te, c'è in Cathy?
Per quanto riguarda i protagonisti non principali, se ti riferisci ai
gemelli, li amo entrambi, e penso che si veda dalle pagine del libro. In realtà sono loro i veri protagonisti della
storia, con il loro amore tormentato e con il loro difficilissimo rapporto che,
in realtà, non si spezzerà mai, neanche se a dividerli ci sarà Cathy. Loro si
amano,e sarebbero pronti a morire l’uno
per l’altro.
Cathy è completamente diversa da me. E’ esuberante ed impulsiva,
decisamente molto passionale. Io sono molto più pacata e riflessiva. Entrambe,
però, saremmo pronte a morire per amore, se fosse necessario.
Tristan o Konstantin?
Non posso rispondere a questa domanda! Ma dalle pagine del libro la mia
preferenza si capisce. E’ chiara come la luce del sole!
Che cosa vedi nel tuo futuro
di scrittrice? Che cosa ti aspetti da questo romanzo?
Idee per un nuovo progetto
editoriale?
Assolutamente! Sto scrivendo un libro sullo stesso genere di Damned ma
decisamente diverso, più maturo. Per prima cosa sarà interamente ambientato in
Italia. Affronterò le diversità che legano il Nord e il Sud e sorprenderò gli
appassionati di storia. Soprattutto rinascimentale
.
Come ultima domanda, voglio
chiederti: che cosa diresti a chi guarda con aria di sufficienza il fantasy,
considerandolo un genere letterario di serie B?
Che non hanno capito assolutamente nulla. La fantasia è di
un’importanza vitale, senza di essa non ci sarebbero mondi paralleli e
possibilità di evadere la realtà. Ci sarebbero solo il nero e il bianco. E
tutti gli altri colori?
Bene, Claudia, voglio
ringraziarti per la disponibilità e per il tempo che ci hai concesso, permettendoci
di conoscere meglio te e il tuo romanzo. Ti faccio un grosso in bocca al
lupo per la tua attività di scrittrice e ti auguro di poter affiancare i
grandi nomi del panorama editoriale. Vuoi dire qualcosa ai tuoi lettori?
Voglio ringraziarli tantissimo per tutto il supporto che mi stanno
donando e voglio dire a chi ama il genere di leggere il libro, prima di
giudicare. Talvolta noi italiani tendiamo ad essere troppo esterofili e ci
dimentichiamo di supportare i talenti che nascono qui in Italia. Con questo non
mi sto definendo un “talento”, parlo in generale. Comunque ancora grazie ai
miei lettori, siete unici!
Un abbraccio e un grazie a
tutti coloro che hanno seguito l'intervista, con la speranza che siano sempre
di più i sostenitori dei giovani autori italiani.
Genny Biagioni
sabato 25 febbraio 2012
Wondrous Strange - Lesley Livingston
TRAMA: Per la scettica Kelley Winslow, una ragazza di
17 anni, le fate esistono soltanto nelle fiabe o al massimo tra le pagine della
commedia di Shakespeare Sogno di una notte di mezza estate, di cui sta
studiando il copione. L'incontro a Central Park con Sonny Flannery cambierà il
pensiero di Kelley. Infatti, la giovane attrice capirà quanto siano vicine la
fantasia e la realtà.
PUBBLICATO DA:Fazi Lain, pp. 301.
VOTO: 8
GIUDIZIO: Non amo molto il genere fantasy, ma devo ammettere che questo romanzo mi è piaciuto molto soprattutto per l'ironia incalzante.
Sonny è subito colpito da Kelley in modo
inspiegabile; la ragazza invece lo scambia subito per un maniaco o uno stalker
rendendo il loro primo incontro molto comico.
Kelley è una ragazza normale, con la
passione per il teatro ed estremamente timida; proprio questa timidezza offusca
a volte il suo talento da attrice perchè, seppur bravissima a recitare, davanti
alla platea improvvisamente non riesce a parlare. Infatti Kelley è inizialmente
solo un'aiutante attrezzista che sostituirà l'attrice protagonista che
interpretava Titania e che, in seguito ad un incidente, si è rotta la caviglia.
Sonny, invece, è una ragazzo con un passato
molto particolare, infatti, è stato rapito ancora in fasce dal popolo delle
fate, cresciuto nella reggia del re Auberon e della sua corte degli abissi, il
ragazzo è uno dei custodi della Porta di Samhain, un portale che permette la
connessione tra il mondo dei mortali ed il regno degli esseri fatati. Questa
porta è stata chiusa per volere del re della corte fatata, anche se in verità
si può aprire una volta l’anno, precisamente la notte tra il 31 ottobre ed il
primo novembre; proprio quando Sonny e Kelley si incontrano, il ragazzo è in
attesa del momento che segnerà l’apertura dello spiraglio da cui le creature
fatate potrebbero tentare di attraversare il confine tra i due mondi. Inoltre,
il passaggio ogni nove anni rimane aperto per dieci giorni e Sonny è pronto ad
impedire la possibile connessione che potrebbe avvenire anche a costo della
vita, è in fondo questo il compito dei Giano. Sonny è infatti divenuto un
Giano, ossia un custode dei passaggi tra i due mondi, in seguito ad un
addestramento impartitogli dalla corte di fate che lo aveva rapito da bambino.
PUBBLICATO DA:Fazi Lain, pp. 301.
VOTO: 8
GIUDIZIO: Non amo molto il genere fantasy, ma devo ammettere che questo romanzo mi è piaciuto molto soprattutto per l'ironia incalzante.
Ambientato a New York il libro racconta i
due protagonisti, Kelley e Sonny, in modo molto accurato con descrizioni
minuziose; è inoltre cosparso di riferimenti a Shakespeare ed alle sue opere,
ad esempio Titania e Auberon solo sia personaggi shakesperiani che protagonisti
del racconto.
Davvero un libro scritto bene che fa
pensare ad una trilogia affascinante, infatti a seguito di questo romanzo sono
stati pubblicati Darklight e Tempestuous.
giovedì 23 febbraio 2012
Romantic suspense Italy
Romantic Suspense Italy – Mission (Im)Possible
Avete adorato i tre
romanzi di Suzanne Brockmann usciti in Italia e siete preoccupati che possano
non pubblicarne più? Siete deluse perché non potrete mai proseguire le serie di
Christine Feehan o di JD Robb? O semplicemente sentite la mancanza di
gialli-rosa in libreria? Leggete, questo articolo fa per voi.
Tutto è iniziato da una fan di
Suzanne Brockmann, Cristina. Una lettrice entusiasta dei tre romanzi
dell’autrice arrivati in Italia, e preoccupata dalle voci che ne volevano
sospesa ad oltranza la pubblicazione. Cristina si è messa al computer e ha
aperto una pagina su Facebook dal titolo molto esplicito: Pubblicate S. Brockmann - la
pagina è ancora lì, viva e vegeta e in attesa di nuovi fan, se volete controllare.
E poi siamo entrate in scena Susanna ed io, entrambe anglofile, perché Cris non
legge in inglese e cercava qualcuno che l’aiutasse a reperire informazioni sui
siti d’oltre oceano.
Abbiamo aperto un gruppo su
Facebook, si chiama Romantic Suspense
Italy. Sapete che cos’è il romantic
suspense? Immagino di sì, ma se così non fosse è semplice da spiegare: è un
genere che fonde thriller/suspense/mystery e romance. Un giallo-rosa, per dirla
in modo semplice. Anche detto rosa-crime, se c’è di mezzo l’investigazione su
un crimine.
Non so voi, ma io amo i thriller.
Mi sfidano e mi tengono incollata alle pagine. Però trovo che i thriller
completamente privi dell’elemento romantico siano un po’... freddi, e che
quelli che invece includono una storia d’amore abbiano una marcia in più. Per
dirla usando un tormentone “Du gust is megl che uan”, ovvero il binomio romantic E suspense raddoppia il divertimento!
Il punto è che gli amanti di
questo genere non hanno vita facile in Italia, di questi tempi. Se amate vampiri,
angeli e demoni, avete da sbizzarrirvi, in libreria, anzi, farete fatica a
stare dietro a tutti i titoli in uscita. Storia diversa invece per il romantic suspense, per il quale sta
cominciando a diventare consigliabile andare direttamente in biblioteca o al
mercatino dell’usato. Date un occhio al nostro gruppo. Ogni giorno, qualche
lettrice salta fuori con “ho trovato questo titolo!”, e ha davvero il sapore
della conquista e della scoperta. Cerchiamo titoli col lanternino.
Gli editori sostengono che il
genere in Italia “non tiri” e che i suoi lettori siano una nicchia. Stando alle
persone che incrocio ogni giorno sulla rete, non mi sembra, ma ovviamente è una
percezione molto personale. Così, il gruppo ha aperto una petizione dal titolo
“Operazione Big Five” – carino, vero? E’ una firma a favore della pubblicazione
in Italia di 5 grandissimi nomi (da qui la scelta di evocare i cinque animali
che dominano la savana africana) del romantic
suspense (per questo “Operazione”): Suzanne Brockmann, JD Robb, Christine
Feehan, Anne Stuart, Linda Howard. Vogliamo “contarci”, vedere tramite il
gruppo (siamo più di 250!) e la petizione se siamo davvero solo una nicchia.
Oltre tutto, in un momento in cui
l’urban fantasy comincia ad avvitarsi su se stesso, mi sembra anche saggio
creare interesse tra il pubblico per un nuovo genere – se fossi un editore, lo
farei. E nel nostro piccolo cerchiamo di farlo sulle nostre pagine e con
l’aiuto dei blog che ci sostengono. Perché solo conoscendo questi titoli e
tutti quelli che potrebbero seguire, si può creare interesse e curiosità al
riguardo.
Le italiane leggono romance, le
italiane leggono gialli e thriller - non ho indagini di mercato alla mano, ma
tutte le donne che conoscono amano questi generi. Perché non dovrebbero amare
il loro inebriante mix?
Monica Lombardi
martedì 21 febbraio 2012
Una proposta per dire si
Questa volta la nostra Nolwenn ci porta nel romantico mondo di un film cinematografico con un ottima recensione nella speranza che possa esservi di aiuto nella scelta di un film da vedere.
Titolo originale Leap Year
Regia di Anand Tucker
Genere: Genere: Commedia
USA,
Irlanda 2010,
Universal
Pictures
Voto: 10
Anna di Boston, Amy Adams, ama pianificare
e non permette al Caso di comandare la sua vita. Di professione home stager è
fidanzata da anni con Jeremy, Adam Scott, un cardiochirurgo di successo e
stanno per andare a vivere insieme in un appartamento straordinariamente bello.
E tuttavia quando Jeremy le dona una piccola scatolina di gioielleria, le
speranze di Anna sono destinate ad infrangersi ancora una volta: non è la
fatidica proposta.
Il giorno seguente lui parte per una convention
alla volta di Dublino e Anna, memore delle proprie origini irlandesi organizza
un altro piano: fargli una sorpresa e raggiungerlo a Dublino. Eh sì, perché in
Irlanda, il 29 febbraio, sono le donne a fare la proposta di matrimonio:il 27
febbraio di un anno bisestile dunque, Anna parte con le idee chiare.
Durante il volo aereo tuttavia un temporale li
obbliga ad atterrare nel Galles e da lì non trova altro che una barchetta per
attraversare il mar d’Irlanda in tempesta, e con una buona dose di fortuna,
arriva a Dingle.
Dingle è sicuramente un caratteristico paesino
della costa, dove la maggiore attrazione è un pub quasi in rovina, gestito da
Declan, Matthew Goode,
non ostile ma neppure granchè cordiale.
Anna cerca un passaggio per Dublino, dato che non
esistono mezzi in questo remoto angolo d’Irlanda, specificando di essere disposta
a pagare una cifra considerevole pur di averlo, ma in Irlanda nulla è una
questione di soldi, come lei è abituata a credere, e deve fare i conti con
questa realtà così diversa ma meravigliosa.
Il giorno seguente Declan accetta di accompagnare
l’americana e la sua borsa Luis Vuitton nella capitale, in un viaggio che
sembra verosimilmente effettuabile in un paio d’ore, se non si incontrassero
mandrie che bloccano la strada, auto che finiscono nel lago, ladri, treni
irregolari e tradizioni e superstizioni very Irish. Oltretutto Anna sembra
perseguitata da un pessimo karma, viene da chiedere come sia possibile che le
vadano tutte storte in questo viaggio verso Dublino che la porta ad
attraversare uno dei Paesi più magici e meravigliosi che si possano immaginare.
Dopo un tempo che sembra lunghissimo, e infiniti
contrattempi Anna arriva a Dublino da Jeremy, piena di dubbi e incertezze, ora
che Declan è nella sua vita..
Il film è ricco di scenari mozzafiato, che quasi
chiedono di mettere il fermo immagine al dvd per godere un po’ più a lungo di
queste immense vallate con specchi d’acqua cristallini.
La storia e i dialoghi sono davvero esilaranti, e i
protagonisti sono anche più che azzeccati, perfettamente inseriti nel loro
ruolo, vivono in perfetta sincronia, estremamente veri, con pregi e difetti, ma
soprattutto con un loro perché: non sono i soliti personaggi vuoti,
superficiali e prevedibili che, talvolta si incontrano nelle commedie.
In questo film si respira la vera Irlanda, con i
suoi abitanti cordiali e mai d’accordo su fortuna e sfortuna, con storie,
leggende e tradizioni che raccontano di un passato straordinariamente ricco e
variegato, e tuttavia ancora presente in ogni respiro di una terra
incredibilmente viva.
Davvero bellissima la scena conclusiva al tramonto
girata sulle Cliffs of Moher, se non ci fossero altri motivi, varrebbe da sola
il film.
Sicuramente un film che fa ridere e sognare,
destinato a rimanere tra i “preferiti”
dei più romantici.
sabato 18 febbraio 2012
Roberta Ciuffi - Tra le tue braccia
Roberta Ciuffi acclamata e apprezzata scrittrice italiana di Romance di indiscusso talento ci presenta in questo video la sua ultima fatica un opera ambientata nel amato medioevo. Enjoy the video!
venerdì 17 febbraio 2012
La ragazza delle arance - Jostein Gaarder
TRAMA:Georg Roed è un ragazzino di quindici
anni che vive in Svezia con la madre ed il suo nuovo compagno. Il padre di
Georg, infatti, è morto quando lui era ancora un bambino, tanto piccolo da non
ricordarsi quasi il viso del genitore.
PUBBLICATO DA:
VOTO: 8.5
GIUDIZIO:Verso la fine del romanzo ci si troverà ad essere curiosi più della risposta di Georg alla domanda del padre che dalla vera identità della ragazza del mistero.
Un giorno trova, casualmente, nella
fodera del suo passeggino rosso, una lettera. Questa è il corpo del romanzo,
infatti, la lettera scoperta era stata scritta e nascosta dal padre di Georg
prima di morire e racconta l'incontro con una misteriosa ragazza, la ragazza
delle arance. Da come l'uomo descrive la donna, il figlio capisce subito
che questa ragazza deve essere stata molto importante nella vita del padre che,
dalle parole usate nello scrivere, sembrava innamorato di lei.
Georg viene rapito dal racconto e vuole
arrivare alla fine per scoprire chi è questa misteriosa figura. Inoltre, il
padre inventa e descrive le numerose teorie che in passato aveva postulato
sull'identità della donna che seguirà fino a Barcellona.
In realtà la lettera nasconde anche una
domanda esistenziale che il padre pone al figlio, che colpisce e fa riflettere.
PUBBLICATO DA:
VOTO: 8.5
GIUDIZIO:Verso la fine del romanzo ci si troverà ad essere curiosi più della risposta di Georg alla domanda del padre che dalla vera identità della ragazza del mistero.
La vie en rose sbarca in tv
Il 14 Febbraio sul canale tv regionale "telereporter" trasmesso in Lombardia è stata ospite Mariangela Camocardi che è andata a parlare, oltre che del suo romanzo, anche dell'evento della Vie en rose 2012 che si terrà a Firenze il 24 Marzo.
In questa puntata sono state date altre piccole anticipazioni della Vie en rose. Vi consiglio di guardarla chissà che anche a qualcuno di voi venga voglia di partecipare.
INFORMAZIONI:
e-mail per iscriversi all'evento: la.vie.en.rose.evento@gmail.com
sito dell'evento (QUI)
pagina FB dell'evento (QUI)
In questa puntata sono state date altre piccole anticipazioni della Vie en rose. Vi consiglio di guardarla chissà che anche a qualcuno di voi venga voglia di partecipare.
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giovedì 16 febbraio 2012
“L’enigma di Mansfield Park, o: L'affare Crawford"
AUTORE: Carrie Bebris
PUBBLICATO DA: Tea
VOTO: 8
SAGA:Quarto romanzo della serie: Darcy’s Misteries
TRAMA E GIUDIZIO : I nostri beniamini sono oramai una famiglia, e la piccola Lily Anne richiede a gran voce l’attenzione di mamma e papà, soprattutto quando il primo dentino decide di spuntare nel cuore della notte nella residenza del fratello del colonnello Fitzwilliam.
Nonostante quello che buonsenso e ragione suggeriscono, Lizzy non è l’unico adulto sveglio a quell’improbabile ora della notte, perché anche Anne, la figlia della temibile Lady Catherine, vaga per la casa, alla ricerca di un minimo di libertà dal controllo materno a cui certo
non può aspirare durante il giorno.
Poche ore dopo si scopre che la dolce Anne è fuggita alla volta di Gretna Green con un certo Mr Crawford, di cui ancora poco o nulla si sa, dopo essere venuta a sapere che la madre intende farla
sposare con Mr Sennex, figlio del visconte Sennex. Quando Darcy e Fitzwilliam
li raggiungono sono ormai sposati ma mentre il quartetto sta facendo ritorno un
incidente li obbliga a sostare in una locanda dell’ultimo paese in tutta
Inghilterra in cui Mr Crawford potrebbe essere benvenuto: Mansfield Park.
In questo remoto angolo di mondo vengono presto raggiunti da Elizabeth e dalla nobile Lady Catherine e, poche ore dopo da Mrs Garrick, alla ricerca del marito. Mr John Garrick si rivela essere nientemeno che il nostro Mr Crawford, che, dopo qualche reticenza ammette di
aver sposato la donna con un nome di fantasia, coincidente con un personaggio
che, all’epoca dei fatti, fingeva di essere.
Poco dopo l’arrivo della seconda (o prima in effetti?) moglie, Mr Crawford ha il buonsenso di farsi trovare morto, sfigurato e irriconoscibile, molto probabilmente suicida.
Nel distretto tutti, non escluso il magistrato, non vedono l’ora di poter mettere letteralmente una pietra sopra alla sua morte, per dimenticare tutto il male che ha fatto nella zona, tuttavia
Darcy, con l’innato senso della giustizia che lo caratterizza, ha dei seri
dubbi in proposito, e anzi è convinto che si tratti di omicidio.
Diverse persone sono pronte a considerare la sua morte con carità cristiana, come ad esempio Mrs Norris, altre semplicemente a metterla da parte serenamente per andare oltre con i propri
interessi, come nel caso di Lady Catherine, che già sta considerando come
convincere “quel rimbambito del visconte Sennex” che un’unione tra suo figlio e
Anne sia ancora auspicabile.
L’unico a non aver accettato la morte di Mr Crawford, è nientemeno che Mr Crawford stesso che, pur non ricordando il proprio nome, torna alla locanda per la gioia di.. beh, di nessuno in effetti.
Con buona pace della carità cristiana a cui si aveva fatto riferimento prima,
la situazione torna ad essere quella di stallo di qualche giorno innanzi, se
non si considera una piccola evoluzione che non sfuggirà agli osservatori più
attenti, specie se faranno attenzione ad Anne e al Colonnello Fitzwilliam..
Ancora poche ore e Mr Crawford muore per la seconda volta, questa volta insieme all’ormai ex futuro marito di Anne, Mr Sennex. Onestamente nessuno soffre più di tanto per la sua dipartita, che ci risolve un bel po’ di problemi.. Infatti Anne ha perduto il ruolo di
“tappezzeria” che ha ricoperto negli ultimi duecento anni, diventando qualcuno
con proprie emozioni e desideri anche se non particolarmente sicuro di sé. Ci
affezioniamo a lei sinceramente e nessuno è disposto a vederla legata ad un
uomo irascibile e violento privo di qualunque senso dell’onore come Mr Sennex.
Ad eccezione della sua deliziosa madre.
Una cosa bisogna concedere al carattere della patronessa del più devoto ecclesiastico d’Inghilterra: è una forza della natura, decisamente inarrestabile in quel che si propone. E decide di manifestare questa sua caratteristica per rendere sua figlia viscontessa, ora
che Mr Sennex è morto, tramite l’immediato matrimonio con l’anziano visconte. È
decisamente vergognoso il modo in cui Lady Catherine manovra cose, situazioni e
persone, per non parlare delle vite altrui; la si crederebbe anche capace degli
omicidi avvenuti se non la si sapesse troppo signora per abbassarsi a tanto.
Una seconda fuga verso Gretna Green, un duello e un matrimonio sono inevitabili verso gli ultimi capitoli, ma chi siano i personaggi coinvolti in essi resta tutto da scoprire. Un piccolo indizio?
Sono davvero inaspettati.
Ancora una volta incontriamo i Darcy coinvolti in un giallo storico, con l’inevitabile epilogo della vita dissoluta e irrispettosa mantenuta da Mr Crawford sin dalla sua prima apparizione in
Mansfield Park. In questo crocevia di romanzi incontriamo da vicino uno dei personaggi minori dell’opera della Austen portandolo, se non proprio a protagonista del romanzo, quantomeno a protagonista del mistero.
Si mantengono ruoli e caratteristiche e lo spiccato senso dell’ironia e dell’umorismo dell’autrice ci fa amare ancora di più i personaggi di Elizabeth e Darcy.
Una nuova importanza viene finalmente data al ruolo di Anne, rimasta per secoli figura di sfondo, e ci propone un lieto fine inaspettato e decisamente imprevedibile, ma non per questo di minor soddisfazione.
Restiamo ancora una volta sorpresi per la duttilità dei personaggi e della stessa autrice, che non si tira indietro di fronte alla sfida, sempre nuova, di creare ammirazione e meraviglia nei suoi
lettori.
A questo romanzo fa seguito: Intrigo ad Highbury
Fatale - jean-patrick manchette
TRAMA:Capolavoro di Manchette, Fatale è la storia di un'assassina professionista e di un contratto fuori del comune. Il suo progetto è infiltrarsi, far esplodere le contraddizioni, uccidere, prendere il denaro, cambiare territorio. Ma, come al solito in Manchette, l'intreccio dei fatti è solo un'impalcatura funzionale al mondo che va a raccontare. Ecco quindi Bléville, cittadina di provincia in cui regna la borghesia opulenta e non lontana nel suo intreccio di corruzione e ipocrisia dagli inferi californiani di Dashiell Hammett.
E Bléville merita di essere distrutta. In attesa che l'evento si compia, l'affascinante Aimée si muove determinata e senza la minima partecipazione emotiva come una macchina assassina. Il suo cuore è freddo, oggettivo come la scrittura di Manchette, la sua coscienza apparentemente assente. Esegue la sua opera con metodo. Altri la seguiranno in questo sporco lavoro con eguale dedizione. Tutti dediti al nulla di una causa che non ha bisogno di spiegazioni, solo di sangue.
PUBBLICATO DA: Einaudi editore
FATALE: LE PRIME 124 PAGINE (edizione italiana)
E Bléville merita di essere distrutta. In attesa che l'evento si compia, l'affascinante Aimée si muove determinata e senza la minima partecipazione emotiva come una macchina assassina. Il suo cuore è freddo, oggettivo come la scrittura di Manchette, la sua coscienza apparentemente assente. Esegue la sua opera con metodo. Altri la seguiranno in questo sporco lavoro con eguale dedizione. Tutti dediti al nulla di una causa che non ha bisogno di spiegazioni, solo di sangue.
PUBBLICATO DA: Einaudi editore
FATALE: LE PRIME 124 PAGINE (edizione italiana)
Se il negativo è la caratteristica
distintiva del noir, Fatale mostra di essere esemplare,
una specie di canone definitivo. Nel
romanzo il positivo non viene sconfitto. Semplicemente non esiste in partenza e
non si trova strada facendo. E’ negativa la vicenda: un sicario, una donna, dopo un viaggio in vagone letto- memorabile il passo: consuma convulsamente un cena a base di choucroute
(crauti, salsiccia e lardo), innaffiandola di champagne- giunge in una cittadina di provincia e si
mette in cerca delle persone che contano.
Senza mezzi termini, dice la donna, i ricchi. Il denaro e/o il sesso
d’altra parte sono delle costanti nell’opera di Manchette. Il sicario mira al
loro denaro e per ottenerlo uccide
spietatamente. La reazione dei bersagli
porterà a una specie di scontro finale dove moriranno tutti: la penultima scena
vede l’assassina uscire gravemente ferita dall’auto che ha sbandato in una curva.
E’ radicalmente negativa la
protagonista: tecnicamente perfetta, funziona sistematicamente come una macchina di morte efficiente e spietata. Un
solo obiettivo: il denaro. Un solo mezzo: l’assassinio. Niente altro. I
bersagli non sono peraltro migliori di lei, anzi, sono peggio. Avidità di
denaro e potere, condita da rancori: la
loro pasta è questa. Naturalmente ben
nascosta da rituali e comportamenti stereotipati. Il tema dell’ipocrisia. Malvagi e vili,
essenzialmente. Unica parziale
eccezione, i comportamenti psicotici di un barone. Sembrano un indizio di
lacerazione liberatoria, di verità introdotta in forma obliqua e distorta. In
realtà il barone funziona da giullare,
come nel medioevo: facendosi beffe del
banno signorile, ne conferma in realtà la sostanza e ne sottolinea
l’immutabilità. L’ambientazione è coerente. Tutto accade a Bléville, un’anonima cittadina di provincia. In questo teatro le
persone comuni non hanno rilievo. Sono il fondale della scena. Sotto i
riflettori stanno i potenti, quelli che
contano e le loro trame, ora losche ora squallide, spesso losche e
squallide.
Una realtà sociale disperata, inchiodata a schemi perversi. Manchette poi non introduce alcuna
compensazione, neppure la musica che
negli altri suoi noir aveva sempre trovato posto. Il punto di vista è quello di un osservatore impersonale e perfettamente
neutrale. Quasi una macchina da
scrittura che senza partecipazione adopera con precisione chirurgica le parole
che servono e solo quelle che servono a fissare la sostanza delle cose
osservate: delitti, sordide passioni, omertà. Solo questo e niente altro che
questo. Fatale nel senso letterale
del termine: in quella cittadina di provincia il negativo si è dato
appuntamento con se stesso per auto-celebrarsi. Non c’è spazio per nessuno e
per niente altro. Una partita dove
giocano solo i pezzi neri su una scacchiera nera fino allo scacco matto ,
stabilito fin dall’inizio. Negativo, spettrale, macchinale: Fatale
appare il noir perfetto.
FATALE: DUE STRANEZZE
In questo micro-cosmo
coerente emergono però due stranezze, due note dissonanti. La prima
subito, nel frontespizio. Riporta una dedica, in francese anche nell’edizione
italiana: A’ ma bien-aimée.
Manchette dedica il suo noir più radicale alla persona del
cuore.
Seconda stranezza, l’assassina professionista protagonista
del romanzo si chiama Aimée cioè Amata.
Il nome indica una scelta di campo affettiva, una
predilezione esplicita . E se 1+1 fa due,
Manchette sceglie di chiamare un’assassina con l’epiteto che adopera
nella dedica. Eppure, abbiamo visto,
niente è più lontano dall’amore di questo romanzo. Almeno fino alla 124esima pagina
dell’edizione italiana
FATALE: LE ULTIME
DIECI RIGHE E MEZZO
Le ultime dieci righe e mezzo.
Qui cambia tutto. Sembra un altro romanzo.
Cambia il punto di vista. Lo
scrittore abbandona la neutralità ed entra in campo come persona in carne e
ossa che immagina, ama e ammira. Cambia
lo stile: la neutralità distaccata cede il posto a un lirismo sia pure senza
smancerie. Cambia Aimée, l’assassina. Non è più ferita, ma, “bellissima e
intatta”, la vediamo ascendere “senza sforzo”
le pendici di una montagna.
Infine Manchette chiude il cerchio come l’aveva cominciato, con una
dedica. Meglio non svelarla per non
togliere il piacere della scoperta a chi volesse leggere il libro.
CONCLUSIONE
Aimée alla fine appare
“bellissima e intatta” e forte. Da amare
e ammirare. Come è possibile? Un’assassina senza cuore che poco prima avevamo
lasciato ferita a morte? E la freccia di una trama fosca e disperata che va a
configgersi in un cerchio dove si iscrivono bellezza, eleganza e purezza. Una trasformazione sbalorditiva. Come
spiegarla? Con una deriva surrealista di Manchette, mai surrealista
altrove? O con un circuito più profondo?
Non saprei. So solo che associo spontaneamente Fatale a una conversazione avuta con MD***, una cara amica. Lei è una studiosa ad
alto livello dell’Induismo . Quel giorno MD*** mi ha parlato di Kali, la dèa terrifica dalle molte
braccia che circola con una collana di teste mozzate. Mi spiegava che a onta delle apparenze, Kali
è la dèa compassionevole per eccellenza, la più materna delle dèe perché in lei
la distruzione agisce da vettore della
trasformazione e della purificazione. Lo
specchio della nostra parte oscura che ci emancipa dai demoni, donandoci uno
spazio di libertà e consapevolezza.
GIUDIZIO
Fatale, un grande noir, sicuramente. Un grande romanzo di formazione, forse.
Pillola sull’autore
Jazzista e melomane- nei suoi romanzi trovano quasi sempre
posto tra gli altri Charlie Mingus, Gerry Mulligan, Chick Corea, ma anche Maria Callas e Brian Ferry- il marsigliese Jean-Patrick
Manchette è considerato dai critici e dagli estimatori del noir uno dei grandi protagonisti di questo genere letterario (o sotto-genere, come lo
definiscono alcuni, comunque inventato da Edgar Allan Poe).
Per chi mastica il francese esiste un sito- http://www.jean-patrick-manchette.fr/
- con tanto di forum che dice veramente tutto di Manchette, anche delle opere
scritte sotto pseudonimo e dei suoi lavori giovanili. E’ facile comunque
trovare sul web fonti precise e accurate su di lui e la sua opera anche nella
nostra lingua.
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