PUBBLICATO DA:Marsilio (2009) – 318 pp.
VOTO: 7
GIUDIZIO:In questa piacevole tragicommedia ai limiti del fantozziano, Andrea Campi, il protagonista, ci racconta le vite dei giovani avvocati dello Studio Illegale. Vite fatte di frustazione, di cene in ufficio e nottate al pc. Partendo da queste premesse Andrea si rende ben presto conto che la vita che conduce non fa proprio per lui. Tra richieste pressanti del capo, colleghi assillanti, giornate tutte uguali e frenetiche, e vita privata praticamente inesistende, Andrea capisce che per quanto ambiziosa possa essere la sua professione, nella vita non esiste solo il lavoro, e scopre l’amore. La passione nasce tra lui e una collega conosciuta tramite un’azienda cliente del suo studio, Emilia. Inizialmente non sarà facile attaccare bottone, ma la diversità di carattere dei due farà di loro una coppia quasi perfetta.
Il
libro è nato dall’originale idea di Duchesne, nickname di un giovane avvocato
che resosi conto dell’assurdità della vita professionale decide di raccontare
le proprie avventure sul blog http://studioillegale.splinder.com/
Ben
presto il blog diviene popolare tra gli “addetti ai lavori”, e così arriva la
decisione di scrivere un libro.
Molto
interessante da un punto di vista sociale, in quanto descrive quasi alla
perfezione i sentimenti di un giovane neolaureato nell’Italia di oggi. Quello
che Duchesne racconta del suo studio illegale in realtà si può estendere a
molte altre professioni simili e alle vite di quelli che lui stesso definisce i
“moderni schiavi”: <<centinaia di professionisti, dai 23/24 anni in su,
laureati con ottimi voti, buone competenze linguistiche e una discreta dose di
ambizione e volontà>>.
Quando
questi moderni schiavi, come accade ad Andrea nel libro, evadono dalla routine
frenetica della vita d’ufficio e si fermano un attimo a riflettere, scoprono
che il lavoro ha preso il sopravvento sulla vita privata. Trovandosi in questa
situazione capiscono che forse è il caso di cambiare qualcosa, prendersi una
pausa e riflettere e cogliere l’occasione per capire se quello che si sta
facendo è davvero quello che si vuole fare nella propria vita. Leggendo questo
libro mi sono tornate in mente le avventure della Andrea Sachs di “Il diavolo
veste Prada”, noto romanzo di Lauren Weisberger uscito nel
2006 (pochi anni prima di Studio Illegale) e dal quale è stato tratto l’omonimo
film. Andrea Sachs è quella che tre anni dopo Duchesne definisce una moderna
schiava, anche lei neolaureata in cerca di prima occupazione, si trova ad
essere al servizio di un colosso del mondo della moda; Andrea Campi invece è al
servizio di colossi della finanza, cambia il contesto ma non la sostanza.
Nell’antichità gli schiavi erano tali non per loro scelta, oggi si diventa
schiavi del mondo del lavoro per necessità. Nel nome della crisi sono nati i
moderni schiavi, che non si rendono nemmeno conto di essere sopraffatti dal
loro lavoro. Il sistema ha trionfato su di loro, costringendoli alla misera
vita che fanno in cambio dello stipendio, riducendo i professionisti a vivere
giorno e notte in ufficio, gli operai a lavorare senza un minimo di tutela sindacale,
e i commercianti a dover chiudere bottega o alzare i prezzi per tener testa
alle tasse. Per concludere, spesso si dice che i giovani d’oggi non hanno
voglia di lavorare, ma è davvero così? Oppure è colpa di chi ha pensato e reso
possibile questa situazione di precarietà generale in cui viviamo e che ha
fatto si che la voglia ci stia scappando? Purtroppo il mondo del lavoro spesso
non è come lo si immagina dai banchi della scuola o dell’università, e quando
ci si scontra con realtà come quelle dello studio illegale di Duchesne si
prende coscienza di quello che esso è, o potrebbe essere. Fortunatamente non è
così ovunque.